I pesticidi nel cibo
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http://www.isde.it/wp-content/uploads/2018/01/2017.12.-Contaminazione-pesticidi-Italia-finale.pdf
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Premessa
L’utilizzo di pesticidi, sostenuto dai media in maniera aggressiva, rappresenta una preoccupazione globale: si stima che a causa dell’avvelenamento acuto da pesticidi, almeno 200.000 persone perdano la vita ogni anno.
La stragrande maggioranza di questi decessi avviene nei paesi in via di sviluppo, dove le norme sanitarie, di sicurezza e ambientali sono meno incisive e applicate con minor rigore, ma nonostante ciò il tasso di impiego di questi prodotti è in forte aumento.
Gli antiparassitari, di contro, provocano una serie di danni enormi.
E’ ormai assodato in modo inequivocabile che l’esposizione a pesticidi comporta non solo gravi ed irreversibili alterazioni a carico dell’ambiente, dei suoli, degli ecosistemi e di svariate forme di vita, ma si correla anche a gravi conseguenze sulla salute umana.
Questi effetti, dapprima evidenziatisi per esposizioni professionali, riguardano oggi tutta la popolazione umana, stante l’utilizzo sempre più massiccio e diffuso di questi prodotti in ogni parte del pianeta ed la loro presenza costante in aria, acqua, suolo, cibo e nello stesso latte materno.
Queste conseguenze sono particolarmente gravi per esposizioni – anche a dosi minimali – che si verificano durante la vita embrio-fetale e la prima infanzia, comportando in special modo danni sullo sviluppo cerebrale e rischio di malattie non solo nell’infanzia, ma anche nelle fasi più tardive della vita.
I pesticidi hanno dimostrato di alterare l’omeostasi dell’organismo umano in quanto in grado di indurre molteplici e complesse disfunzioni a carico praticamente di tutti gli apparati, organi e sistemi, comportando quindi patologie di tipo endocrino, nervoso, immunitario, respiratorio, cardiovascolare, riproduttivo, renale. Vi è ormai evidenza di forte correlazione fra esposizione a pesticidi e patologie in costante aumento quali: cancro, malattie respiratorie, Parkinson, Alzheimer, sclerosi laterale amiotrofica (SLA), autismo, deficit di attenzione ed iperattività, diabete, infertilità, disordini riproduttivi, malformazioni fetali, disfunzioni metaboliche e tiroidee. La possibilità che tali disfunzioni si trasmettano anche alle generazioni future, attraverso alterazioni epigenetiche della linea germinale, non può che accrescere le nostre preoccupazioni, stimolandoci a ricercare e realizzare pratiche agronomiche in grado di soddisfare i bisogni alimentari delle popolazioni senza comprometterne in modo, forse irrimediabile, la salute.
Dal momento che sono soprattutto le esposizioni precoci, in particolare in utero, quelle più pericolose e alla luce di quanto emerso da alcuni studi che hanno dimostrato l’effetto protettivo della alimentazione biologica, riteniamo che la popolazione debba essere adeguatamente informata per scelte più consapevoli. E’ auspicabile inoltre che il biologico non rimanga un privilegio per pochi, ma un diritto per tutti, specie nelle fasi della vita più delicate quali gravidanza, allattamento ed infanzia.
Una recente metanalisi dell’Università di Berkeley (Ponisio et al., 2014) ha esaminato 115 ricerche scientifiche per confrontare agricoltura biologica e convenzionale, concludendo che, almeno per alcune colture, non vi sono prove per affermare che l’agricoltura convenzionale sia più efficiente e dia rese maggiori rispetto a quella biologica. Ha soprattutto affermato che: “aumentare la percentuale di agricoltura che utilizza metodi biologici e sostenibili non è una scelta, è una necessità. Non possiamo semplicemente continuare a produrre cibo senza prenderci cura del nostro suolo, dell’acqua e della biodiversità”.
1 Stockholm Convention. Status of ratification.
http://chm.pops.int/Countries/StatusofRatifications/tabid/252/Default.aspx .
Il problema delle conseguenze per la salute umana da esposizione “ cronica” a pesticidi , ovvero dell’esposizione a dosi piccole e prolungate nel tempo non riguarda solo la popolazione esposta per motivi lavorativi, ma tutta la popolazione generale, essendo queste molecole o i loro metaboliti, spesso ancor più tossici e persistenti, ormai stabilmente presenti sia nelle matrici ambientali ( aria, acqua, suolo) che nella catena alimentare e nei nostri stessi corpi, ritrovandosi nel latte materno, nel cordone ombelicale e nelle urine di donne gravide. Una mole crescente di evidenze scientifiche conferma come l’esposizione cronica a pesticidi possa comportare alterazioni di svariati organi e sistemi dell’organismo umano quali quello nervoso, endocrino, immunitario, riproduttivo, renale, cardiovascolare e respiratorio.
Vi è necessità di una “nuova agricoltura” (Polyxeni et al., 2016) in grado di preservare la qualità dei suoli, la salubrità del cibo e quindi della salute umana perché ormai, “aumentare la percentuale di agricoltura che utilizza metodi biologici e sostenibili non è una scelta, è una necessità. Non possiamo semplicemente continuare a produrre cibo senza prenderci cura del nostro suolo, dell’acqua e della biodiversità”2.
I costi umani, sociali ed economici correlati all’esposizione a pesticidi non sono più tollerabili ed affinchè non debba ulteriormente crescere l’elenco delle “Lezioni imparate in ritardo da pericoli conosciuti in anticipo” (EEA, 2013) si devono promuovere senza esitazioni attività produttive ed agricole che non prevedano l’uso della chimica di sintesi, quali i metodi di tipo biologico/biodinamico, in grado di rispettare e preservare non solo l’ambiente in cui viviamo, ma soprattutto la salute umana ed in special modo quella delle generazioni a venire.
2 Friends of the Earth Europe, 2016. Farming for the future: Agroecological Solutions to Feed the World https://www.foeeurope.org/sites/default/files/agriculture/2016/farming_for_the_future.pdf
Esposizione a pesticidi e rischi per la salute umana Patrizia Gentilini
ISDE – Medici per l’ambiente
In base alle loro proprietà chimiche, i pesticidi sono classificati in queste classi principali: organoclorurati (OC), organofosforici (OP), carbammati, ditiocarbammati, piretroidi, fenossiderivati, triazine, ammidi e cumarinici. I pesticidi possono anche essere classificati in base al loro meccanismo d’azione. Ad esempio, OC, OP e insetticidi piretroidi sono progettati come neurotossine, alcuni erbicidi come i fenossiderivati sono analoghi agli ormoni vegetali (auxino-simili), altri come triazine e urea alterano fisiologici processi metabolici e i rodenticidi cumarinici bloccano l’attivazione della vitamina K e quindi hanno proprietà emorragiche. Alcuni fungicidi quali i ditiocarbammati alterano i processi energetici cellulari e inducono stress ossidativo.
Per brevità non si affronterà in questo testo il problema dell’avvelenamento acuto da pesticidi che può avvenire sia in modo volontario (suicidi) o accidentale; il problema non è certo di secondaria importanza dal momento che secondo l’OMS si contano ogni anno oltre 26 milioni di casi di avvelenamento con 258.000 decessi annui a livello mondiale e negli U.S.A il 45% di tutti gli avvelenamenti da pesticidi si registra nei bambini (Prüss et al., 2011).
Non si affronterà neppure il problema legato ad incidenti nel sistema di produzione/stoccaggio (esplosioni/incendi ed altro), problema anche questo tutt’altro che trascurabile: si pensi al disastro di Bhopal (India) nel 1984 con la fuoriuscita di 40 tonnellate di isocianato di metile che causò ben 8.000 morti nel territorio circostante e 500.000 intossicati o all’incidente alla Farmoplant, in Toscana, che nel 1988 comportò fuoriscita del “rogor” con formazione di una nube tossica che si diffuse per oltre 2000 km2 in Versilia, per non parlare dell’incidente di Seveso nel 1976 con lo scoppio di un reattore contenente triclorofenolo, sostanza chimica utilizzata anche come precursore di pesticidi.
Si affronterà viceversa il problema delle conseguenze per la salute umana da esposizione “ cronica” a pesticidi, ovvero dell’esposizione a dosi piccole e prolungate nel tempo che, come vedremo, non riguarda solo la popolazione esposta per motivi lavorativi, ma riguarda ormai tutta la popolazione generale (fig. 1).
Figura 1. Esposizione «cronica» e «a basse dosi»
L’esposizione a pesticidi può realizzarsi infatti non solo per motivi occupazionali, ma anche per ingestione di acqua o alimenti contaminati e per motivi residenziali. Questa ultima possibilità riguarda non solo chi vive in prossimità di aree agricole, ma anche l’ambito cittadino, per impropri trattamenti antizanzare o controllo del verde. Pesticidi sono sempre più frequentemente ritrovati nelle acque superficiali e profonde ed in oltre 1/3 degli alimenti che portiamo in tavola e sempre più spesso sotto forma di multi-residuo (contemporanea presenza di più pesticidi nello stesso campione).
Nessuno stupore desta quindi il fatto che indagini di biomonitoraggio (Freire et al., 2017; Haines et al., 2017; Ramos et al., 2017; Müller et al., 2017) evidenzino pesticidi nel plasma, nel cordone ombelicale o nelle urine anche in gravidanza: una recentissima ricerca “spontanea” sulle urine di 14 donne gravide romane, non professionalmente esposte, ha dimostrato in tutte la presenza di glifosate a dosi variabili a 0,43 ng/ml fino a 3,48 ng/ml3!
La mole più ampia di conoscenze sulla relazione fra esposizione a pesticidi e patologie croniche proviene dai dati dell’Agricoltural Health Study (AHS)4, grande studio prospettico di coorte che ha arruolato fra il 1993 ed il 1997 tutti gli agricoltori e le loro famiglie residenti in North Carolina e Iowa (N=89655), e dalle indagini sui veterani americani esposti all’Agente Arancio, defoliante ampiamente usato durante la guerra del Vietnam, ma in seguito studi sperimentali ed indagini epidemiologiche condotte non solo su lavoratori, ma anche su popolazioni residenzialmente esposte sono state condotte in ogni parte del mondo.
Una quantità crescente di evidenze scientifiche documenta in modo incontestabile che per esposizione cronica a pesticidi si registra un incremento del rischio di tumori nell’adulto e nel bambino, patologie metaboliche, neurodegenerative, polmonari, cardiovascolari, renali, nonché malformazioni, disordini riproduttivi, patologie autoimmuni. soprattutto danni al cervello in via di sviluppo con conseguenti deficit alla sfera cognitiva, comportamentale, sensoriale, motoria fino ad una riduzione del Quoziente di Intelligenza (Mostafalou & Abdollahi, 2013). Tali rischi inoltre sono ancor più elevati se l’esposizione avviene nelle fasi più precoci della vita, a cominciare dal periodo embrio-fetale (Roberts & Karr, 2012) e tutto ciò comporta importanti e negative ricadute sulla salute pubblica con conseguenti costi anche economici per l’intera società.
Esposizione cronica a pesticidi
I pesticidi possono entrare in contatto con l’organismo sia per assorbimento cutaneo, grazie alla loro liposolubilità (organofosfati, carbammati, organoclorurati, DDT, lindano, aldrin e clordano) che per inalazione aerea o ingestione (piretroidi, erbicidi, clorofenoli). Età, sesso, stato nutrizionale, abitudini personali e variabilità genetica individuale influenzano grandemente la suscettibilità ai pesticidi.
L’enzima paraoxonasi 1 (PON1) ha un ruolo fondamentale nella detossificazione di numerosi derivati dai pesticidi organofosforici e alcuni polimorfismi del gene PON1 possono aumentare la suscettibilità a tali pesticidi e influenzare il neurosviluppo in bambini in età scolare. È stato anche dimostrato che ridotte concentrazioni di enzima PON1 durante la gravidanza possono aumentare la suscettibilità di bambini alla neurotossicità da pesticidi organfosforici (Eskenazi et al., 2014).
I pesticidi possono generare conseguenze negative per la salute della generazione successiva per esposizioni genitoriali (sia paterna che materna) anche avvenute prima del concepimento (Kunkle, et al, 2014; Bailey et al 2014 https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=24700406 ) Soprattutto nel caso delle esposizioni paterne, in particolare, il rischio può trasmettersi per alterazioni delle cellule germinali.
3 Glifosato, ricerca Salvagente lo trova in donne incinte.
4 Sito: https://aghealth.nih.gov/
Figura 2: Esposizione cronica: come avviene.
Le principali modalità con cui può avvenire l’esposizione (fig. 2) sono quindi:
– esposizione professionale
Può avvenire durante la produzione, il trasporto, la preparazione e l’applicazione di pesticidi. I principali fattori coinvolti in questo tipo di esposizione includono l’intensità di applicazione, la frequenza, la durata e il metodo, il rispetto delle norme di sicurezza, l’uso di dispositivi di protezione individuale, nonché i profili fisico-chimici e tossicologici dei pesticidi in uso. Anche membri della famiglia di coloro che utilizzano pesticidi possono avere notevoli rischi per sversamenti accidentali, perdite, usi non corretti di attrezzature e non rispetto della sicurezza e delle linee guida.
– esposizione ambientale/residenziale
È ampiamente documentato che vivere vicino ai luoghi in cui i pesticidi vengono utilizzati, fabbricati o smaltiti può aumentare in modo significativo l’esposizione umana per inalazione e contatto con aria, acqua e suolo. Di particolare rilievo è anche l’effetto “deriva”: ovvero la dispersione aerea di particelle di miscela di pesticidi che non raggiungono il bersaglio, ma si diffondono nell’ambiente circostante. In presenza di coltivazioni intensive confinanti con residenze private o luoghi pubblici (scuole, asili, parchi ecc.) è possibile quindi la contaminazione dei residenti e della popolazione che vi si trova. Questo tipo di contaminazione è particolarmente importante se lo spargimento avviene con atomizzatori ed in condizioni di ventosità.
Importanti sono anche i rischi connessi con l’utilizzo domestico di tali sostanze, ad es. le “bombe per le pulci” o l’utilizzo per piante da appartamento, giardinaggio, o per disinfestazione di animali. Anche i prodotti adulticidi per le zanzare non sono esenti da rischi. In particolare i piretroidi di 3° generazione (le molecole più in uso) sono molto più persistenti ed attivi rispetto alle piretrine naturali. La permetrina, la sostanza più in uso fra i piretroidi di sintesi, ha dimostrato di indurre uno stress ossidativo attraverso alterazioni del citocromo P450, di interferire con le vie enzimatiche dell’aldeidodeirogenasi e carbossilasi e di indurre una tossicità ad ampio spettro: ematica, epatica, cardiaca, neurologica e sul sistema immune e riproduttivo (Wang et al., 2016).
– esposizione attraverso la dieta per presenza di residui nell’acqua o negli alimenti
Questa modalità è di grande importanza e riguarda potenzialmente tutti i consumatori.
L’ultimo rapporto “Pesticidi nelle acque” (ISPRA, 2016) evidenzia una “ampia diffusione della contaminazione” ed il rilevamento nelle acque superficiali e profonde di ben “224 sostanze diverse, un numero più elevato degli anni precedenti” con riscontro di ben 36 sostanze in unico campione. Il tema delle miscele di sostanze è particolarmente preoccupante in quanto: “la valutazione di rischio, infatti, nello schema tradizionale considera gli effetti delle singole sostanze, e non tiene conto dei possibili effetti delle miscele che possono essere presenti nell’ambiente. C’è la consapevolezza, sia a livello scientifico, sia nei consessi regolatori, che il rischio derivante dalle sostanze chimiche sia attualmente sottostimato”.
La sostanza più ritrovata è il glifosate ed il suo metabolita AMPA, ricercati sistematicamente solo in Lombardia. Di recente anche la Regione Toscana ha condotto su un centinaio di campioni di acque destinate al consumo umano la ricerca di questa sostanza ed è emerso che: “l’erbicida glifosate, per quanto ricercato in un numero limitato di campioni a causa della complessità del metodo di analisi, è stato rilevato in una percentuale elevata di analisi, anche superiori a 1 microgrammi/litro”.
Nel 2016 anche in Emilia-Romagna è stata avviata questa indagine ed è emersa una situazione di gravissima contaminazione perché su 20 campionamenti solo 3 erano entro il limite 0,1.tg/l. Le peggiori situazioni sono state trovate a Cesenatico dove nel canale Fossatone il livello di glifosato è 1,2 .tg/l e a Ravenna dove l’AMPA raggiunge 6,1 .tg/l (ARPAE, 2016).
Residui di pesticidi si ritrovano poi non solo in frutta e vegetali (Ministero della Salute, 2015), ma anche in carni, pesce e prodotti lattiero-caseari, grazie al loro bioaccumulo e biomagnificazione nella catena alimentare.
L’ultimo rapporto dell’EFSA condotto su 81.000 campioni provenienti da 27 Stati Membri, Islanda e Norvegia5 (EFSA, 2017) riporta che il 55.4% degli alimenti esaminati contiene livelli di pesticidi che rientrano nei limiti di legge, nell’1,5% dei campioni limiti di legge risultano nettamente superati e nel 27.3% sono presenti residui multipli. La situazione italiana- riportata nel rapporti di Legambiente “Pesticidi nel piatto”- mostra che in Italia il 36.4% dei campioni di frutta e verdura analizzati presenta residui e che sono in aumento (19,9%) i campioni con multiresiduo: addirittura 21 su un solo campione di the. Da queste ampie indagine emerge quindi che in oltre 1/3 degli alimenti che arrivano sulle nostre tavole sono presenti multipli residui di pesticidi e la presenza contemporanea di più sostanze – anche se ciascuna presente entro i “limiti di legge”- non può certo essere considerata scevra di rischi per la salute.
Valutazione del rischio: caratteristiche e limiti
L’attuale valutazione del rischio per esposizione a pesticidi non può ritenersi sufficientemente adeguata per quanto riguarda la tutela della salute umana per i limiti sinteticamente riportati in Tabella 1. Fra le considerazioni più rilevanti vi è il fatto che ogni sostanza viene presa in considerazione singolarmente senza tener conto del multi-residuo e solo di recente si è avviato un percorso a livello europeo per prendere in esame l’effetto “cocktail”. La crescente preoccupazione per la salute pubblica rappresentato dall’esposizione a multi-residuo attraverso la dieta è testimoniata dal fatto che, ad esempio, in Francia è stato avviato uno studio (PERICLES) che si propone di valutare su linee cellulari umane e test di laboratorio gli effetti di 79 residui di pesticidi in 7 diverse miscele (da 2 a 6) presenti abitualmente nella dieta dei francesi. Oggetto di indagine
5 EFSA, 2015. Oltre il 97% degli alimenti contiene residui di pesticidi nei limiti di legge. http://www.efsa.europa.eu/it/press/news/150312
sono svariate funzioni cellulari quali: citotossicità, genotossicità, stress ossidativo, apoptosi, nonché impedenza cellulare in tempo reale e transattivazione del recettore nucleare (Crépet et al., 2013).
Tabella 1: Valutazione del rischio dell’esposizione a pesticidi: caratteristiche e limiti |
I limiti di legge sono riferiti a persona adulta di 70 kg e non si tiene conto che dosi anche minimali e ben al di sotto dei limiti di legge possono essere pericolose specie in fasi cruciali della vita ed in particolare per sostanze che agiscono come “interferenti endocrini” (Mesnage et al., 2014, 2015) |
Non si tiene conto della diversa suscettibilità in relazione a fattori genetici, età, genere, stato nutrizionale, abitudini personali. |
Ogni sostanza viene valutata singolarmente senza tener conto dell’effetto “cocktail”, ovvero del potenziale effetto sinergico delle miscele (Hernández et al., 2012). |
La valutazione del rischio viene condotta sul principio attivo e non sul formulato commerciale in cui in genere sono presenti coadiuvanti, conservanti, diluenti etc. che rendono il formulato commerciale molto più tossico del principio attivo, questo è il caso ad esempio del glifosate, un erbicida estremamente diffuso anche al di fuori della pratica agronomica, che ha dimostrato su cellule umane coltivate in vitro, maggior tossicità rispetto al principio attivo per la presenza di un surfactante derivato dagli idrocarburi (Martini et al., 2012). |
Non si tiene conto del fatto che i metaboliti possono essere più tossici della molecola originaria |
La valutazione tossicologica viene fatta su documentazione del proponente (spesso non disponibile a terzi) e non sulla letteratura scientifica pubblicata. |
Fra i più rilevanti vi è il fatto che ogni sostanza viene presa in considerazione singolarmente senza tener conto del multiresiduo e solo di recente si è avviato un percorso a livello europeo per prendere in esame l’effetto cocktail. Va anche segnalato che possono esistere pareri discordanti sulle valutazioni tossicologiche fra le diverse istituzioni ed il caso del glifosate è a questo proposito paradigmatico. Il glifosate nel marzo 2015 è stato classificato dalla IARC (organo di riferimento dell’OMS) in base ad evidenze sufficenti sugli animali di genotossicità e stress ossidativo e limitate sull’uomo per i linfomi Non Hodgkin, come 2A (cancerogeno probabile) (Guyton et al., 2015), ma dopo 6 mesi l’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) rivalutandone il profilo tossicologico ha concluso che “è improbabile che il glifosato costituisca un pericolo di cancerogenicità per l’uomo”, proponendo nel contempo nuovi livelli di sicurezza per il controllo dei residui di glifosato negli alimenti (EFSA, 2015b).
Di recente6 anche l’ECHA (Agenzia Europea per le Sostanze Chimiche), pur riconoscendo che la sostanza è irritante per gli occhi e dannosa per l’ambiente acquatico, ha confermato il parere dell’EFSA. Numerose sono tuttavia le critiche che sono state sollevate per l’”opacità” e la presenza di conflitti di interesse per gli estensori del parere7.
6 https://echa.europa.eu/information-on-chemicals/cl-inventory-database/-/discli/details/119564
7 Greenpeace. L’ombra del conflitto di interessi sulla valutazione di sicurezza del glifosato
Principali meccanismi dell’azione tossica dei pesticidi
Stante le centinaia di principi attivi presenti sul mercato e l’immissione sul mercato di sempre nuove molecole, la conoscenza dettagliata della loro azione tossica sull’uomo, specie se a dosi minimali e prolungata nel tempo, è indubbiamente complessa e difficilmente esaustiva. Tuttavia una crescente mole di studi scientifici e di laboratorio ha evidenziato che queste molecole possono agire ad ampio raggio su tutte le funzioni vitali delle cellule umane inducendo le alterazioni di seguito riportate (Mostafalou & Abdollahi, 2013, vedi anche fig. 3):
- modificazioni genetiche ed epigenetiche
- squilibri nella funzione recettoriale con azione di “interferenza endocrina”
- disfunzione mitocondriale
- perturbazione della conduzione neuronale per alterazione dei canali ionici,
- alterazione dell’attività enzimatica specie per interferenza con l’acetilcolinesterasi,
- stress ossidativo
- stress del reticolo endoplasmatico e alterata aggregazione delle proteine
A questi effetti se ne aggiungono altri, fondamentali nella patogenesi di malattie metaboliche e cancro, mediati dalla flora batterica intestinale, la cui composizione può essere profondamente modificata (Joly et al., 2013, 2015, Gao et al., 2017) con conseguenze locali (intestino) e sistemiche negative sia in termini di produzione di molecole tossiche e potenzialmente cancerogene (ad es. acidi biliari idrofobici (Gao et al. 2017, (Joly et al., 2013) che di alterazioni metaboliche (Lee et al., 2011).
Questa molteplicità di azioni dà ragione dell’ampia gamma di patologie che risultano correlate, con sufficiente evidenza, all’esposizione a pesticidi quali: vari tipi di cancro, diabete, malattie neurodegenerative come il Parkinson, l’Alzheimer e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA), difetti di nascita e vari tipi di disordini riproduttivi. Ci sono anche prove indiziarie sull’associazione di esposizione ai pesticidi con alcune altre malattie croniche (in particolare asma e broncopneumopatia cronica ostruttiva, malattie cardiovascolari come l’aterosclerosi e la malattia coronarica, nefropatie croniche, malattie autoimmuni come il lupus e l’artrite reumatoide, la sindrome da stanchezza cronica e l’invecchiamento)
Ovviamente la stessa sostanza può presentare più di una azione tossica. Il glifosato, ad esempio, riconosciuto come probabile cancerogeno per i linfomi Non Hodgkin- ha dimostrato di indurre apoptosi e necrosi in cellule umane di derivazione embrionale, placentare e del cordone ombelicale (Benachour & Séralini, 2009), nonché di agire come interferente endocrino specie nella formulazione commerciale per l’azione sinergica di coadiuvanti e coformulanti (Defarge et al., 2016). Altri studi segnalano inoltre l’incremento del rischio di antibiotico-resistenza a ceppi di Escherichia e Salmonella (Kurenbach et al., 2015). Come ben noto ben noto l’antibiotico resistenza è in drammatica espansione e desta una crescente preoccupazione nella comunità scientifica. Da alcuni studi emerge che l’esposizione al glifosato potrebbe comportare altri effetti avversi quali alterazione della permeabilità delle membrane cellulari con conseguenti modifiche nell’assorbimento di nutrienti, vitamine, ferro e microelementi e correlazione con la celiachia, azione neurotossica e di interferente endocrino, stress ossidativo con formazione di radicali liberi, diminuzione dell’attività enzimatica del complesso del citocromo P450, alterazione di una via enzimatica (percorso shikimate), utilizzata sia dai batteri che dagli organismi superiori, tanto che proprio grazie a questa azione è stato registrato anche come antibiotico (Gasnier et al., 2009; Samsel & Seneff, 2013; Gress er al., 2015).
Principali patologie umane correlate a pesticidi
Il problema dell’esposizione cronica a pesticidi e dei conseguenti rischi per la salute umana è stato troppo a lungo sottovalutato anche da parte della comunità scientifica. Oggi, tuttavia, rappresenta un problema di crescente interesse e digitando su un motore di ricerca in data 13 luglio 2017 parole chiave come “pesticides human health” compaiono ben 16.604 lavori scientifici. Digitando “pesticides children” ne compaiono 63368.
Sono migliaia i lavori scientifici che attestano, ormai in modo incontrovertibile, come l’esposizione a pesticidi comporti un incremento statisticamente significativo del rischio di patologie cronico-degenerative oggi in drammatica espansione quali cancro, diabete, patologie respiratorie, malattie neurodegenerative, cardiovascolari, disturbi della sfera riproduttiva, infertilità maschile, disfunzioni metaboliche ed ormonali, patologie autoimmuni, disfunzioni renali.
Fra le principali modalità con cui i pesticidi danneggiano la salute umana ricordiamo l’azione neurotossica, di “interferenza endocrina” e l’azione cancerogena.
Interferenza endocrina ( qui si potrebbe mettere immagine della gravida)
Questo termine, introdotto per la prima volta nel 1991, contempla tutte le sostanze di diversa natura (metalli pesanti, diossine, PCB, pesticidi, ritardanti di fiamma, bisfenolo A etc.) che interferiscono con sintesi, secrezione, trasporto, azione, metabolismo o eliminazione degli ormoni. Il meccanismo d’azione presuppone la possibilità di interferire con la capacità delle cellule di
8 http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=pesticides+human+health
comunicare tra loro attraverso gli ormoni e vastissima è la gamma di effetti negativi per la salute che ne conseguono: difetti alla nascita, deficit riproduttivi, di sviluppo, alterazioni metaboliche, immunitarie, disturbi neuro-comportamentali e tumori ormono-dipendenti. Secondo la Società Europea di Endocrinologia sono circa 1000 le sostanze con questo tipo di azione, ma ben 85.000 quelle in uso e non testate al riguardo. Altra caratteristica comune per le sostanze dotate di questa modalità d’azione è l’assenza di soglie di sicurezza. Paradossalmente dosi minimali possono essere più pericolose delle dosi elevate proprio perché questi agenti mimano l’azione degli ormoni fisiologici che – sappiamo- esplicano i loro effetti a dosi bassissime.
L’Istituto Superiore di Sanità definisce gli interferenti endocrini come “sostanza esogena, o una miscela, che altera la funzionalità del sistema endocrino, causando effetti avversi sulla salute di un organismo, oppure della sua progenie o di una (sotto)popolazione”. Queste sostanze quindi possono non solo esplicare effetti negativi sull’individuo esposto, ma anche sulle cellule germinali con effetti trans-generazionali, eventualità che desta ovviamente non poche preoccupazioni. I principali gruppi di pesticidi con questa azione sono: insetticidi clorurati (lindano, dieldrin), fungicidi (vinclozolin, linorun), triazolici (ciproconazolo), imidazoli (imizaloil), triazine (atrazina, simazina), ditiocarbammati (mancozeb), coformulanti (alchifenoli) (Mnif et al. 2011.)
Figura 4. Interferenti Endocrini: Azione «Trans Generazionale»
Neurotossicità
La tossicità neurologica embrio-fetale, infantile e in età adulta è uno dei più importanti effetti della esposizione a pesticidi. Per esposizioni acute ad organofosfati, ad esempio, non solo si riscontrano nell’immediato sintomi a carico del sistema nervoso centrale sia di tipo sensoriale che motorio, ma anche sequele neuropsichiatriche a lungo termine quali deficit nel rilevamento di stimoli e nell’elaborazione delle informazioni, carenze nell’attenzione e nella memoria e maggiore incidenza di depressione.
Allo stesso modo, anche l’esposizione cronica a questi agenti è risultata associata con anomalie neuro-comportamentali tra cui ansia, depressione, sintomi psicotici, sintomi extrapiramidali, deficit nella memoria a breve termine, nell’ apprendimento, nell’attenzione e nell’elaborazione.
I meccanismi con cui la neurotossicità si può esplicare sono molteplici: vi può essere una interferenza con la conduzione nervosa in seguito ad alterazione dei canali ionici come da parte di DDT, DDE, aldrin ,clordano, esaclorobenzene, toxafene, piretroidi, una alterazione delle funzioni mitocondriali, l’avvio di segnali pro-infiammatori come da parte degli erbicidi clorofenossiacetici 2,4-D, una interferenza con la trasmissione neuronale per inibizione dell’acetilcolina esterasi, come da parte degli organofosfati e dei carbammati. Con l’inibizione irreversibile dell’acetilcolinesterasi – enzima essenziale alla funzionalità nervosa – si impedisce la degradazione dell’acetilcolina che si concentra nello spazio sinaptico con gravi alterazioni della neurotrasmissione colinergica (Jett, 2011)
Azione cancerogena
Le modalità con cui i pesticidi esplicano l’azione cancerogena possono essere sia di danno diretto al DNA (frammentazione del DNA, formazione addotti, alterazioni cromosomiche) che, più frequentemente, attraverso modificazioni di tipo epigenetico, ovvero alterazioni della espressione genica o del fenotipo cellulare senza che la sequenza del DNA sia alterata. Le modificazioni di tipo epigenetico sono espressioni di adattamento all’ambiente esterno e sono in grado di alterare l’espressione dei nostri geni condizionando in vari modi le funzionalità cellulari. Nei periodi più critici della crescita possono incidere sullo sviluppo fisiologico e, se trasmesse dai genitori alla prole, potranno influenzare anche quello delle generazioni successive (Lane et al. 2014). Le variazioni epigenetiche sono l’espressione di un continuo scambio di informazioni e di adattamento della vita cellulare nei confronti dell’ambiente in un rapporto dinamico e, nel tempo, anche reversibile se si modificano le condizioni che le hanno indotte (Bollati & Baccarelli, 2010). Tali adattamenti sono quindi la prova evidente di come esista uno stretto rapporto tra ambiente e stato di salute. Le modificazioni di tipo epigenetico si rivelano sempre più importanti – tanto che si parla di “Rivoluzione Epigenetica”- perché sono coinvolte non solo nell’insorgenza del cancro, ma anche in numerosissime altre patologie non tumorali che compaiono sia in età pediatrica che in età adulta, quali malattie metaboliche, neurodegenerative , endocrine etc..
E’ importante sottolineare che l’epigenetica ha in qualche modo “rivoluzionato” il concetto stesso che avevamo del genoma in quanto per lungo tempo – e con una visione estremamente riduzionista e “genocentrica”- si era pensato al DNA come ad una sequenza di geni con specifiche e predeterminate funzioni in cui potevano avvenire mutazioni in modo casuale, ma in cui l’informazione era prevalentemente “a senso unico”: dal centro (gene) alla periferia (cellula), ovvero “un gene = una proteina”. Viceversa l’epigenetica ci ha insegnato che il genoma è qualcosa di molto più “fluido”, in continuo, diretto rapporto con l’ambiente e che l’informazione viaggia molto più dalla periferia (ambiente) al DNA che non viceversa, in quanto le informazioni contenute nel DNA vengono continuamente “silenziate” o “tradotte” e modulate, a seconda dei casi, attraverso meccanismi come metilazione del DNA, acetilazione/deacetilazione degli istoni, espressione di micro RNA non codificanti, a seconda dei segnali fisici, chimici, biologici che provengono dall’ambiente.
Le modificazioni epigenetiche sono, fortunatamente, in gran parte reversibili e se, come l’epigenetica ci insegna, è l’ambiente, nel senso più ampio del termine, ad influenzare il nostre genoma, è ovvio che risanare l’ambiente dovrebbe diventare l’obiettivo prioritario verso cui indirizzare il massimo impegno, perché solo riducendo l’esposizione alle sostanze tossiche e inquinanti si potrebbe davvero salvaguardare la salute umana (Prevenzione Primaria) (Landrigan & Fuller, 2016 )
Verranno di seguito analizzate le più importanti patologie connesse con l’esposizione a pesticidi e si segnala che un dettagliato update sull’argomento è stato di recente condotto prendendo in esame 7419 articoli scientifici pubblicati a partire dal 1980 (Mostafalou & Abdollahi, 2017).
Cancro
Sotto il termine generico di “cancro” si comprendono oltre un centinaio di patologie tumorali diverse che possono insorgere in qualunque distretto dell’organismo9. Il cancro è la seconda causa di morte a livello globale e nel 2015 si sono registrati 8.8 milioni di decessi e 14 milioni di nuovi casi, ma si valuta (fonte: OMS) che l’incidenza possa aumentare del 70% nei prossimi 20 anni. Secondo i dati nazionali dei registri tumori (AIRTUM), in Italia la probabilità di ricevere una diagnosi di cancro nel corso della vita (0-84 anni) riguarda ormai un uomo su due ed una donna su tre10. In particolare sono in aumento i tumori alla mammella, pancreas, testicolo, cervello, i linfomi e il melanoma. Preoccupa soprattutto il costante incremento di cancro in bambini e adolescenti.
A livello globale si è passati da un tasso standardizzato calcolato sulla popolazione mondiale di 124 casi per milione di bambini fra 0 e 14 anni nel 1980 a 140 casi nel 2010. Emerge inoltre che l’area del mondo in cui si registra la più elevata incidenza sia fra 0-14 anni che fra 15-19 è il Sud Europa, in cui sono compresi Croazia, Cipro, Italia, Malta, Portogallo, Spagna. Per l’Italia hanno partecipato all’indagine solo 15 registri su 47 accreditati e spicca sicuramente l’assenza di registri “storici” quali quello di Firenze/Prato e del Veneto.
Calcolando poi l’incidenza per ogni singolo Registro sia del Sud Europa che dell’Europa del Nord, dell’Est e dell’Ovest emergono risultati inquietanti, perché in Italia si osservano le più elevate incidenze rispetto a tutti gli altri paesi del continente europeo e in 4 Registri italiani (Umbria, Modena, Parma e Romagna) l’incidenza supera addirittura i 200 casi fra 0-14 anni per milione di bambini/anno (Steliarova-Foucher et al., 2017).
I pesticidi rappresentano indubbiamente un importante fattore di rischio per l’insorgenza del cancro sia in età infantile che negli adulti e tutte le principali classi di sostanze (insetticidi, erbicidi, fungicidi, pesticidi nel loro complesso) risultano responsabili.
Dai primi studi condotti sulla grande coorte degli agricoltori U.S.A. già dagli anni 60 (AHS), ma oggi estesi in molte aree del mondo, anche su popolazioni non professionalmente esposte, è emerso un incremento di rischio per tutti i tipi di tumore. Una recente revisione (Mostafalou & Abdollahi, 2017) ha estrapolato 243 studi che associano i pesticidi a rischi statisticamente significativi per le seguenti neoplasie: tumori cerebrali dell’adulto e del bambino, neuroblastoma, cancro ad esofago, stomaco, colon retto, fegato, vescica, rene, pancreas, tumori dell’osso, sarcomi dei tessuti molli, prostata, testicolo, mammella, ovaio, cervice uterina, laringe, bocca, lingua, polmone, tiroide, melanoma.
Le sostanze maggiormente coinvolte sono aldrin, chlordane, heptachlor, lindane cyanazine, (banditi o non approvati nell’Unione Europea), mancozeb (approvato con scadenza il 31/01/2018), glifosate, piretroidi, chlorpyrifos (approvati). Particolarmente elevati sono i rischi emersi per tumori del sistema emolinfopoietico, in particolare linfomi NH e mieloma (Weichental et al 2010). Anche negli studi epidemiologici condotti in Italia sono emersi rischi più elevati per insorgenza di linfomi NH, leucemie e mieloma multiplo (Miligi et al., 2006; Perrotta et al., 2013; Fazzi et al., 2010).
9 http://www.who.int/mediacentre/factsheets/fs297/en/
10 http://www.registri-tumori.it/PDF/AIOM2016/I_numeri_del_cancro_2016.pdf
Di particolare interesse è quanto emerso da uno studio condotto su una coorte di agricoltori francesi esposti a pesticidi e seguiti per 9 anni: in questa coorte si è dimostrata una drammatica espansione di cloni di linfociti con traslocazione fra il cromosoma 14 e il 18 (t14;18) primo passaggio per l’evoluzione linfomatosa (Agopian et al., 2009).
Analoga alterazione cromosomica era stata riscontrata negli individui maggiormente esposti a diossina dopo l’incidente di Seveso, in cui l’incidenza di tumori del sangue era risultata più elevata. Sappiamo che a Seveso il reattore conteneva triclorofenolo, sostanza utilizzata ampiamente anche per la sintesi di pesticidi.
Anche nei bambini figli di agricoltori o comunque esposti a pesticidi aumenta il rischio di cancro, in particolare di linfomi, leucemie e tumori cerebrali (James R & Karr C, 2012).
Particolarmente a rischio appare l’esposizione in utero: una revisione di 13 studi caso-controllo pubblicati fra il 1987 e 2009 per indagare il rischio di leucemia infantile ed esposizione residenziale a pesticidi ha evidenziato che il rischio più elevato, oltre il doppio dell’atteso, si aveva per esposizione durante la gravidanza anche a pesticidi per uso domestico (Turner MC et al. 2011, Van Maele-Fabry et al. 2011)
Una ulteriore metanalisi ha confermato, per esposizione “indoor” (in particolare ad erbicidi), un incremento statisticamente significativo per la leucemia infantile del 46% e del 26% per i linfomi (Chen et al., 2015)
Risultati analoghi sono emersi di recente da un grande gruppo cooperativo cui erano presenti anche ricercatori italiani e da cui in particolare risulta un incremento statisticamente significativo del 55% di leucemie mieloidi nella prole per esposizione a pesticidi durante la gravidanza (Bailey et al., 2015).
Tuttavia, anche l’esposizione preconcezionale paterna a pesticidi rappresenta un fattore di rischio per l’insorgenza di cancro nella prole: per i tumori cerebrali, ad esempio, il rischio più elevato (OR =2.3) si registra proprio per questo fattore che risulta quindi più pericoloso della stessa esposizione in utero o nell’infanzia. (Kunkle et al., 2014) .
Ma non sono solo tumori del sistema emolinfopoietico e cerebrali a subire un incremento del rischio. Uno studio condotto in Spagna su 3.350 casi di cancro infantile e 20.365 controlli sani ha analizzato la presenza e l’intensità della attività agricola entro un 1 km dalla residenza dei bambini. È emerso che tutte le tipologie di cancro infantile, dai neuroblastomi ai sarcomi, dai tumori epatici a quelli renali sono aumentati, spesso in modo elevato e statisticamente significativo, vedi Tabella 1 (Gómez-Barroso et al., 2016).
Tab. 1. Significatività dell’aumento di neoplasie infantili in Spagna (da: Gómez-Barroso et al., 2016)
Patologie respiratorie
Numerosi sintomi e alterazioni della funzione polmonare si osservano per esposizione a pesticidi, in particolare: dispnea, irritazione delle vie respiratorie, gola secca/mal di gola, tosse, senso di costrizione toracica, rinorrea. Asma, Bronchite Cronica e Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO) sono risultate le patologie maggiormente correlate ( Ming Y 2013) In particolare l’asma è stata riconosciuta come la più comune malattia polmonare correlata ad esposizioni professionali: tra gli agricoltori U.S.A. di sesso maschile si è dimostrata una associazione statisticamente significativa, variabile dal +100% al + 134%, tra insorgenza in età adulta di asma atopico e utilizzo di coumaphos, eptachlor, parathion, dibromoetilene ed una miscela 80/20 di tetracloruro di carbonio/solfuro di carbonio (Hoppin et al., 2006). Tra le donne, l’esposizioni a pesticidi quali carbaril, coumaphos, DDT, malathion, parathion, permetrina, forate, erbicidi (2,4-D e glifosate) e un fungicida (metalaxil) è risultata maggiormente associata con l’asma atopico che non con quello non atopico.
In uno studio caso-controllo su agricoltori in India si è registrato un incremento del rischio del 154% di bronchite cronica per esposizioni ad organofosfati e carbammati (Chakraborty et al., 2009). Parimenti nella grande coorte AHS è emerso che l’esposizione a organoclorurati (eptacloro, clordano, DDT, lindano e toxafene), organofosforici (coumaphos, diazinon, diclorvos, malathion e parathion) carbammati, permetrina, erbicidi clorofenossici (2,4,5-TP 2,4,5-T) e due erbicidi (chlorimuron-etile e olio di petrolio) comportava un rischio statisticamente significativo di bronchite cronica (Hoppin et al., 2007).
Patologie neurologiche
Le principali patologie neurodegenerative correlate a pesticidi sono: Morbo di Parkinson, Alzheimer e Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA): di particolare rilievo appare l’esposizione a lungo termine e a basse dosi di paraquat, maneb, dieldrin, piretroidi ed organofosforici. Sempre più inoltre emerge il ruolo dell’esposizione precoce in utero per malattie neurodegenerative che si manifestano nell’età adulta (Modgil S et al 2014). Vi è inoltre una crescente mole di conoscenze che evidenzia seri rischi da esposizione a pesticidi per il cervello in via di sviluppo e conseguenti sequele neuropsichiche nell’infanzia.
Morbo di Parkinson: nello studio condotto sull’ampia coorte degli agricoltori americani (AHS) è emerso che anche l’esposizione residenziale rappresentava un fattore di rischio. Le categorie di pesticidi maggiormente responsabili per insorgenza di Parkinson sono risultati gli organofosforici, i carbammati, gli organoclorurati, i piretroidi (Kamel F. et al 2007) . Una metanalisi del 2012 che ha rivisto la letteratura aggiornata, tra cui 39 studi caso-controllo, 4 studi di coorte e 3 studi trasversali, ha evidenziato che l’esposizione ad insetticidi ed erbicidi comportava complessivamente un incremento del rischio di Parkinson statisticamente significativo del + 62% (Van der Mark et al., 2012). Nel 2013 il Morbo di Parkinson è stato riconosciuto come malattia professionale in Francia.
Morbo di Alzheimer: qui il ruolo eziopatogenetico dei pesticidi appare minore rispetto al Parkinson, tuttavia molto recentemente si sono aggiunte interessanti evidenze. Nel 2010 è stato pubblicato un ampio studio di coorte longitudinale che ha dimostrato come le persone anziane che vivono in una zona agricola mostrano un più alto tasso di deficit di performance cognitiva e rischio di malattia di Alzheimer (Jones Net al, 2010). Anche un altro studio ecologico condotto in Andalusia ha evidenziato che le persone che vivono nelle zone più contaminate da pesticidi hanno un aumento del rischio di malattia di Alzheimer, come pure di altre patologie neurodegenerative (Parkinson, sclerosi multipla) e psichiatriche (psicosi e tentativi di suicidio) (Parron T. et al 2011).
Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA): è la forma più comune delle malattie del motoneurone caratterizzata da esito invariabilmente fatale, numerosi sono i fattori di rischio ipotizzati fra cui le esposizioni ad agenti chimici. Un grande studio caso-controllo condotto da McGuire e colleghi nel 1997 è stato il punto di partenza delle indagini che hanno correlato pesticidi e SLA. In questo studio, è stata valutata l’esposizione professionale a tre gruppi di sostanze chimiche: solventi, metalli e pesticidi; i risultati hanno mostrato il ruolo predominante di questi ultimi. Nel 2012 è stata pubblicata una metanalisi condotta nella grande coorte AHS che ha evidenziato un incremento del rischio di SLA (statisticamente significativo) del + 95% per esposizione a pesticidi nel loro insieme (Kamel et al., 2012)
Effetti sul cervello in via di sviluppo: Di particolare rilevo sono gli effetti di tali sostanze per esposizioni in utero: una mole crescente di conoscenze correla l’esposizione a questi agenti, oltre che a metalli pesanti, solventi, diossine etc, ad una “pandemia silenziosa”. Con questo termine si indica un insieme di defict neuropsichici e comportamentali, spesso subdoli e di diversa gravità, che sempre più si verificano nell’infanzia e che vanno dai disturbi dello spettro autistico, ai deficit di attenzione ed iperattività, alla dislessia e a deficit cognitivi fino alla riduzione del Quoziente Intellettivo (QI). Molti pesticidi sono infatti lipofili e durante la vita fetale il cervello, che è l’unico organo in cui è presente tessuto adiposo, diventa un vero e proprio organo bersaglio per questi agenti.
Già nel 2006 su Lancet era comparso un allarmante articolo con un elenco di 202 sostanze, tra cui 90 pesticidi, note per essere tossiche per il cervello umano (Grandjean & Landrigan, 2006). Recentemente gli stessi Autori hanno ripreso l’argomento sottolineando come in particolare il chlorpyrifos sia implicato in questo tipo di rischi e come sia indispensabile una politica di prevenzione globale per arginare questa vera e propria epidemia (Grandiean & Landrigan, 2014). Nello specifico si è dimostrato che i bambini con livelli più alti di tracce di metaboliti di insetticidi quali i derivati degli organofosforici presentano un rischio quasi doppio di sviluppare deficit di attenzione ed iperattività rispetto a quelli con livelli di “normale” contaminazione (Bouchard et al., 2010).
In seguito altri studi condotti indipendentemente presso l’Università di Berkeley, il Mt. Sinai Medical Center e la Columbia University hanno dimostrato con accurate valutazioni di biomonitoraggio (misurazioni dei metaboliti sulle urine o alla nascita sul cordone ombelicale) che le donne esposte durante la gravidanza ai pesticidi, hanno maggiori probabilità di dare alla luce figli meno intelligenti della media. Un ampio studio di coorte condotto su 329 bambini sottoposti all’età di 7 anni a valutazione del Quoziente Intellettivo (QI) ed in cui erano stati dosati metaboliti degli organofosfati sia sulle urine materne in gravidanza che successivamente nella prima infanzia, ha dimostrato per i bambini maggiormente esposti in utero una diminuzione fino a 7 punti del QI (Bouchard MF et al, 2011).
Fig. 4: Anomalie cerebrali alla RMN in due gruppi di bambini con livelli più o meno elevati di Chlorpyrifos (Rauh et al., 2012)
Una revisione del 2013 (Munoz-Quezeda et al., 2013) ha preso in esame gli effetti dei pesticidi sul neurosviluppo ed in particolare sulla sfera sensoriale, motoria, cognitiva, su QI e sulla morfologia cerebrale con risonanza magnetica (vedi Fig.3). Dallo studio è emerso che 26 su 27 studi evidenziano effetti neuro-comportamentali, con una relazione dose-risposta in 11 su 12 studi; inoltre 10 studi longitudinali, che hanno valutato l’esposizione prenatale, hanno riscontrato effetti comportamentali all’età di 7 anni ed alterazioni motorie specie nei neonati. In 2 gruppi di 20 bambini ciascuno, con livelli medio/alti e medio/bassi di chlorpyrifos valutato sul cordone ombelicale, una RMN eseguita in età scolare ha evidenziato alterazioni cerebrali più o meno marcate in relazione alla differente esposizione (Rauh et al., 2012)
Un’ulteriore sistematica revisione che ha preso in esame 134 studi ha confermato che è proprio l’esposizione prenatale in utero quella che comporta i maggiori rischi (Gonzales Alzaga et al., 2014).
Diabete: lo studio condotto sulla coorte dell’AHS ha evidenziato che per aldrin, chlordane, eptachlor, dichlorvos, trichlorfon, alachlor e cyanazine vi era un aumento del rischio di diabete sia per un uso continuativo sia per un uso di almeno 100 giorni durante il corso della vita; in quest’ultimo caso per esposizione ad aldrin, chlordane, eptaclor l’incremento del rischio era rispettivamente del 51%, 63%, e 94% (Starling et al., 2014).
Del tutto recentemente una ulteriore indagine, condotta sull’ampia coorte delle mogli della coorte AHS che avevano segnalato di non avere mai personalmente applicato o preparato pesticidi ha dimostrato che tre organofosforici un organoclorurato e l’erbicida 2,4,5-T/2,4,5-TP erano associati con diabete incidente con rischi statisticamente variabili dal +50% al +99% (Aminov et al., 2013).
Patologie cardiovascolari
Ipertensione ed assetto lipidico sono risultati alterati in relazione a contaminanti organici persistenti (POP’s), inclusi pesticidi, sia fra i veterani U.S.A che per esposizioni residenziali. Fra i residenti in buona salute del sito industriale della Monsanto si è evidenziata una correlazione fra i più elevati livelli di PCB e pesticidi ed incremento di lipidi totali, trigliceridi e colesterolo totale con pattern diversi fra i diversi congeneri dei PCB e i diversi pesticidi (Aminov et al., 2013). Analoghi risultati sono emersi da uno studio condotto in Svezia e si conferma così l’alterazione dell’assetto lipidico connesso ad esposizioni ambientali (Penell et al., 2014).
Di particolare interesse i risultati emersi sul legame fra esposizione prenatale a DDT ed insorgenza di ipertensione prima dei 50 anni: in donne gravide fra il 1959 e il 1967 sono stati raccolti e stoccati prima del parto campioni di siero su cui si è dosato il DDT; a distanza di decenni si è valutata l’incidenza di ipertensione sulle figlie ad età fra 39 e 47 anni. Per esposizione prenatale a livelli medi/alti di DDT l’incremento del rischio di ipertensione è risultato del 260%; per i più bassi del 150% (La Merrill et al., 2013).
Uno studio condotto sulla AHS ha evidenziato che anche i disordini ipertensivi in gravidanza, compreso l’eclampsia, sono associati in modo statisticamente significativo con l’esposizione sia professionale che residenziale a pesticidi durante il primo trimestre di gravidanza (Saldana et al., 2009). Di particolare interesse a questo riguardo è quanto emerso da un recente studio condotto in Norvegia su 28.192 gravide: il rischio di eclampsia nel gruppo che aveva praticato abitualmente durante la gravidanza una dieta biologica è risultato quasi dimezzato (OR=0,76) rispetto al gruppo che aveva avuto una alimentazione convenzionale (Torjusen et al., 2014).
Disordini riproduttivi, infertilità, malformazioni e difetti di sviluppo
La maggior parte dei pesticidi, in particolare gli organofosforici, possono alterare la qualità del seme in vari modi: riduzione della densità, motilità e numero degli spermatozoi, inibizione della spermatogenesi, aumento delle anomalie al DNA e alterazioni della loro morfologia, riduzione del volume e peso di testicoli, epididimo, vescicole seminali e prostata (Mehrpour O et al., 2014). Vi possono essere inoltre alterazioni dei livelli di testosterone per inibizione della attività testicolare, variazioni degli ormoni ipofisari e dell’attività degli enzimi antiossidanti a livello degli organi riproduttivi: tutti questi effetti sono ben comprensibili se si pensa all’azione di interferenti endocrini svolta da molte di queste sostanze.
Incremento dell’abortività spontanea, alterato rapporto maschi/femmine, effetti antiandrogeni con demascolinizzazione e cambiamenti nello sviluppo puberale si sono osservati principalmente per esposizione a DDT, aldrin, chlordane, dieldrin, endosulfan, atrazina, vinclozolin. Importanti correlazioni fra esposizione a pesticidi (in particolari erbicidi), malformazioni, morte intrauterina, ritardi di crescita, alterazioni nell’impianto sono giunte da studi sperimentali e da studi epidemiologici di sorveglianza sui veterani americani del Vietnam, coorte in cui è stata documentato un aumentato rischio di spina bifida ed anencefalia. Un più alto rischio di ipospadia è emerso per esposizione prenatale sia materna che paterna (Rocheleau et al., 2009): è interessante notare che da un recente studio è emerso che una alimentazione di tipo biologico in gravidanza si è dimostrata protettiva nei confronti dell’ipospadia (Christensen et al., 2013).
Malattie della tiroide
Uno studio condotto nell’ambito dell’AHS ha valutato il rischio di ipo-ipertiroidismo fra le mogli degli agricoltori americani in relazione all’uso/non uso di organoclorurati: è emersa una prevalenza di malattie tiroidee clinicamente diagnosticate pari al 12,5% con una prevalenza di ipotiroidismo e ipertiroidismo rispettivamente del 6,9% e 2,1%. In particolare l’esposizione ad organoclorurati e fungicidi ha comportato un incremento notevole del rischio di ipotiroidismo, mentre per esposizione a mancozeb si è registrato un incremento statisticamente significativo sia di ipo che di ipertiroidismo (Whitney et al., 2010 ). Un ulteriore studio nella medesima coorte dell’AHS, ma questa volta prendendo in esame i 22.246 maschi, ha valutato l’associazione tra l’uso di 50 diversi pesticidi e le patologie tiroidee ed anche in questo caso è emersa una aumentata probabilità di ipotiroidismo con l’uso degli erbicidi 2,4-D, 2,4,5-TP, alaclor, dicamba e olio di petrolio (Goldner et al., 2013).
Danni renali
La letteratura scientifica sugli effetti nefrotossici nell’uomo dai pesticidi è piuttosto limitata e la maggior parte delle conoscenze proviene da studi su animali da esperimento. Tuttavia studi condotti in El Salvador, Nicaragua, and Sri Lanka hanno evidenziato una più elevate presenza di patologie croniche e di insufficienza renale fra gli addetti all’agricoltura, rispetto alla popolazione generale. Più elevati livelli di pesticidi organoclorurati sono stati ritrovati in pazienti con ridotta filtrazione glomerulare ed anche l’esposizione a pesticidi che inibiscono l’acetilcolinaesterasi aumenta il rischio di insufficenza renale. In particolare in alcune regioni dello Sri Lanka le patologie renali croniche, fino alla insufficienza renale, rappresentano il maggior problema di salute pubblica: molte ipotesi sono state fatte e quella prevalente è che si tratti di una nefropatia tossica legata a fattori ambientali. È stata osservata infatti una forte associazione tra il consumo di acqua dura e il verificarsi della patologia nelle aree dove si coltiva riso e si fa un uso massiccio di glifosato come erbicida. Un recente lavoro ha ipotizzato un ruolo causale dell’associazione fra acqua dura e glifosato per l’azione chelante dei metalli dell’erbicida. Il ruolo svolto dai complessi glifosato-metalli potrebbe spiegare situazioni analoghe osservate in Andra Pradesh (India) e in America Centrale.
Sebbene il glifosato da solo non causi epidemie di malattia renale cronica, sembra essere comunque responsabile di nefrotossicità in migliaia di coltivatori quando interagisce con particolari fattori locali geo-ambientali e con metalli nefrotossici (Channa J. et al., 2014 ).
Recentemente il problema dell’insufficienza renale all’ultimo stadio è stato indagato nella grande coorte degli agricoltori americani e delle loro mogli. Per quanto attiene i lavoratori esposti, è stata trovata una associazione positiva e statisticamente significativa fra la malattia e l’esposizione ad alachlor, atrazine, metolachlor, paraquat, pendimethalin e per il chlordane. Anche per i ricoveri ospedalieri per insufficenza renale da pesticidi si è registrato un rischio superiore di oltre 3 volte rispetto all’atteso (HR = 3.05; 95% CI: 1.67, 5.58). (Lebov et al., 2016). Anche fra le mogli che utilizzavano pesticidi il rischio di insufficienza renale in stadio terminale è risultato particolarmente elevato (HR: 4.22; 95% CI: 1.26, 14.20), mentre fra quelle esposte solo indirettamente per l’attività del marito i maggiori rischi sono emersi per paraquat (HR = 1.99; 95% CI: 1.14, 3.47) e butylate (HR = 1.71; 95% CI: 1.00, 2.95) (Lebov et al., 2015).
Costi economici per danni alla salute da pesticidi
Data la numerosità e la consistenza degli studi scientifici è ormai possibile fare una valutazione anche economica dei costi per danni alla salute umana conseguenti all’esposizione a pesticidi.
Già nel 2012 uno studio quantificava l’impatto sulla salute ed i costi relativi ai danni derivanti dall’esposizione a 133 pesticidi applicati in 24 paesi europei nel 2003, pari a quasi il 50% della massa totale di pesticidi applicata in quell’anno.
Solo 13 sostanze applicate a 3 classi delle colture (uva/viti, alberi da frutta, ortaggi) contribuivano, secondo questa indagine, al 90% degli impatti complessivi sulla salute per una perdita di circa 2000 anni di vita (corretti per la disabilità) in Europa ogni anno, corrispondente ad un costo economico annuo di 78 milioni di euro (Fantke et al., 2012).
Sempre nel 2012 è stata pubblicata un’indagine che ha valutato i costi per intossicazione acuta da pesticidi nello stato del Paranà, giungendo alla conclusione che il costo complessivo dell’avvelenamento acuto da pesticidi ammonta per lo stato del Paraná a 149 milioni di dollari ogni anno. Vale a dire per che per ogni dollaro speso per l’acquisto di pesticidi in questo stato, circa $ 1.28 vengono spesi a causa dei costi esternalizzati da avvelenamento (Soares et al., 2012). È stato calcolato che negli anni ‘90 negli Stati Uniti i costi ambientali e per la salute pubblica conseguenti all’utilizzo di pesticidi ammontassero ogni anno a 8,1 miliardi di dollari. Per cui, essendo spesi ogni anno per il consumo pesticidi in questo paese 4 miliardi di dollari, significa che per 1 dollaro speso per l’acquisto di queste sostanze se ne spendono 2 per costi esternalizzati (Pimentel & Greiner, 1992).
Un altro studio pubblicato nel 2005 ha valutato che sempre negli USA i costi per patologie croniche ed avvelenamenti da pesticidi ammontino a 1.1 miliardi di dollari, di cui circa l’80% per il cancro (Pimentel et al., 2005). E’ stato calcolato che nelle Filippine il passaggio da uno a due trattamenti per la coltura del riso ha comportato un ulteriore profitto di 492 pesos, ma costi aggiuntivi per la salute di 765 pesos, con una perdita netta quindi di 273 pesos (Jungbluth, 1996). In Thailandia si è valutato che i costi esternalizzati da pesticidi possano variare annualmente da 18 a 241 milioni di dollari (Soares et al., 2002). In Brasile i soli costi per danni alla salute dei lavoratori addetti alle coltivazioni di fagioli e granturco ammontano al 25% del ricavo (Trasande et al., 2015). Per venire a dati più recenti e più vicino alla realtà europea, si può ricordare un recente lavoro condotto per valutare il carico di patologie ed i costi connessi all’esposizione ad interferenti endocrini in Europa: un panel di esperti ha valutato con “forte probabilità” che ogni anno in Europa si perdano ben 13 milioni di punti di Quoziente Intellettivo (QI) per esposizione prenatale ad organofosfati e che vi siano ulteriori 59.300 casi aggiuntivi di disabilità intellettuale (Trasande et al., 2015). Dal momento che è stato valutato che ogni punto di QI perso per esposizione prenatale a Mercurio valga circa 17.000 euro, i conti sono possono essere analogamente presto fatti anche per l’esposizione ad organofosforici (Pichery et al., 2011).
Il consumo di pesticidi in Italia
Sergio Deromedis PAN Italia
Nell’ambito del Sesto programma d’azione per l’ambiente, adottato il 22 luglio del 2002 dal Parlamento e dal Consiglio europeo, è stata prevista la necessità di elaborare una strategia tematica per l’uso sostenibile dei pesticidi. In linea con questa volontà, la Direttiva europea 128/2009 ha definito un quadro d’azione comunitario e ha rimandato agli Stati membri l’adozione di Piani d’Azione Nazionale per l’uso sostenibile dei pesticidi. L’Italia si è allineata alle prescrizioni europee solo nel 2014, adottando un Piano d’Azione Nazionale (PAN) che mira ad una sensibile riduzione dell’impiego di pesticidi in agricoltura e in ambiente urbano.
L’utilizzo di pesticidi è ufficialmente in calo sia a livello nazionale che in regione, dove si registra una diminuzione di sostanza attiva passata dai 9-10 kg/ha dei primi anni 2000 agli attuali 7-7,2 kg/ha. Le stesse superfici regionali coltivate a bio sono arrivate di recente all’ 11,3 % della superficie agricola totale, con un aumento del 44% tra il 2013 ed il 2017. Dal rapporto Eurostat (2012) l’Italia risultava essere il primo paese europeo per ricorso alla chimica di sintesi nella difesa delle colture, con un consumo di pesticidi per unità di superficie coltivata doppio rispetto a Francia e Germania (pari cioè a 5,6 Kg/ha all’anno).
Tali dati devono essere, inoltre, relazionati ai tempi reali di permanenza delle sostanze attive in ambiente, che possono portare nel tempo a pesanti effetti di accumulo, sinergia e formazione di nuovi composti contaminanti. Inoltre i pesticidi di nuova generazione sono molto più potenti di quelli del passato, almeno nei confronti di insetti fondamentali come le api (tab. 1).
Tab. 1. Considerando come base la tossicità delle api nei confronti del DDT, si può osservare come i prodotti attualmente diffusi sono migliaia di volte più tossici per questi fondamentali insetti.
Nel 2015 in Italia sono stati venduti quasi 140 milioni di kg di pesticidi, distribuiti nelle regioni e provincie italiane secondo la tabella 1:
Tabella 1. Pesticidi distribuiti per uso agricolo, per categoria e per Provincia nell’Anno 2015 (Fonte: ISTAT11).
Province | Fungicidi | Insetticidi e acaricidi | Erbicidi | Vari | Biologici | Totale | Trappole (numero) |
Torino | 260.117 | 460.887 | 426.391 | 106.641 | – | 1.254.036 | 101 |
Vercelli | 149.119 | 91.508 | 745.476 | 80.000 | – | 1.066.103 | 5 |
Novara | 59.566 | 83.114 | 353.025 | 38.944 | – | 534.649 | 11 |
Cuneo | 3.406.800 | 752.644 | 779.680 | 155.709 | – | 5.094.833 | 844 |
Asti | 770.085 | 65.304 | 134.118 | 15.811 | – | 985.318 | 221 |
Alessandria | 789.683 | 251.095 | 545.165 | 76.479 | – | 1.662.422 | 1 |
Biella | 8.501 | 10.280 | 21.252 | 10.109 | – | 50.142 | 59 |
Verbano-Cusio- Ossola | 2.252 | 1.281 | 3.346 | 1.103 | – | 7.982 | – |
Piemonte | 5.446.123 | 1.716.113 | 3.008.453 | 484.796 | – | 10.655.485 | 1.242 |
Aosta | 29.002 | 4.716 | 6.401 | 3.063 | – | 43.182 | 261 |
Valle d’Aosta | 29.002 | 4.716 | 6.401 | 3.063 | – | 43.182 | 261 |
Varese | 11.967 | 14.762 | 42.936 | 11.134 | – | 80.799 | 9 |
Como | 16.030 | 14.874 | 37.200 | 3.724 | – | 71.828 | 57 |
Sondrio | 111.805 | 37.599 | 13.654 | 8.107 | – | 171.165 | 204 |
Milano | 98.872 | 185.083 | 191.370 | 27.779 | – | 503.104 | 1.601 |
Bergamo | 198.855 | 465.400 | 160.217 | 908.343 | – | 1.732.815 | 202 |
Brescia | 316.051 | 408.119 | 388.040 | 61.240 | – | 1.173.450 | 10.629 |
Pavia | 936.770 | 196.999 | 939.760 | 245.334 | – | 2.318.863 | 7 |
Cremona | 252.860 | 620.706 | 622.885 | 23.222 | – | 1.519.673 | – |
Mantova | 549.371 | 442.684 | 572.559 | 101.639 | – | 1.666.253 | 85 |
Lecco | 4.066 | 2.087 | 3.572 | 25.541 | – | 35.266 | 60 |
Lodi | 121.272 | 226.324 | 379.459 | 55.203 | – | 782.258 | 2.040 |
Monza e della Brianza | 1.731 | 14.379 | 25.377 | 4.204 | – | 45.691 | – |
Lombardia | 2.619.650 | 2.629.016 | 3.377.029 | 1.475.470 | – | 10.101.165 | 14.894 |
Imperia | 40.341 | 31.936 | 38.103 | 101.600 | – | 211.980 | 1.349 |
Savona | 35.018 | 23.413 | 21.975 | 101.323 | – | 181.729 | 7.028 |
Genova | 43.560 | 21.720 | 23.613 | 5.549 | – | 94.442 | 101 |
La Spezia | 40.895 | 6.709 | 7.836 | 2.112 | – | 57.552 | 384 |
Liguria | 159.814 | 83.778 | 91.527 | 210.584 | – | 545.703 | 8.862 |
Bolzano/Bozen | 1.072.908 | 624.059 | 99.195 | 98.389 | – | 1.894.551 | 5.132 |
Trento | 1.629.832 | 408.960 | 80.179 | 98.991 | – | 2.217.962 | 39.459 |
Trentino-Alto Adige | 2.702.740 | 1.033.019 | 179.374 | 197.380 | – | 4.112.513 | 44.591 |
Verona | 4.670.476 | 1.267.928 | 1.239.192 | 1.721.084 | – | 8.898.680 | 30.617 |
Vicenza | 1.074.287 | 439.122 | 570.061 | 332.247 | – | 2.415.717 | 1.767 |
Belluno | 16.812 | 4.355 | 7.251 | 9.653 | – | 38.071 | 104 |
Treviso | 3.335.205 | 583.482 | 695.615 | 129.798 | – | 4.744.100 | 3.158 |
Venezia | 515.787 | 190.026 | 355.034 | 202.211 | – | 1.263.058 | 1.308 |
Padova | 461.873 | 344.580 | 427.749 | 245.163 | – | 1.479.365 | 258 |
Rovigo | 396.480 | 270.250 | 335.224 | 112.463 | – | 1.114.417 | 28.395 |
Veneto | 10.470.920 | 3.099.743 | 3.630.126 | 2.752.619 | – | 19.953.408 | 65.607 |
Udine | 1.005.796 | 391.338 | 502.060 | 76.876 | – | 1.976.070 | 130 |
Gorizia | 91.028 | 3.849 | 4.023 | 5.661 | – | 104.561 | 8 |
Trieste | 20.457 | 3.861 | 5.930 | 48.692 | – | 78.940 | – |
11 http://agri.istat.it/sag_is_pdwout/jsp/NewDownload.jsp?id=15A|3A|45A|74A|67A|66A&anid=2015
Province | Fungicidi | Insetticidi e acaricidi | Erbicidi | Vari | Biologici | Totale | Trappole (numero) |
Pordenone | 1.019.978 | 245.812 | 340.817 | 79.466 | – | 1.686.073 | 1.684 |
Friuli-Venezia Giulia | 2.137.259 | 644.860 | 852.830 | 210.695 | – | 3.845.644 | 1.822 |
Piacenza | 925.308 | 356.393 | 475.813 | 94.267 | – | 1.851.781 | 1.378 |
Parma | 273.247 | 154.512 | 177.884 | 15.335 | – | 620.978 | 726 |
Reggio nell’Emilia | 596.954 | 66.090 | 87.519 | 9.033 | – | 759.596 | 679 |
Modena | 1.365.591 | 629.261 | 495.880 | 57.478 | – | 2.548.210 | 2.798 |
Bologna | 955.701 | 398.781 | 433.981 | 91.677 | – | 1.880.140 | 6.504 |
Ferrara | 2.234.483 | 798.275 | 1.001.165 | 743.616 | – | 4.777.539 | 2.693 |
Ravenna | 3.618.420 | 1.031.098 | 744.415 | 237.450 | – | 5.631.383 | 4.140 |
Forlì-Cesena | 819.542 | 259.733 | 176.228 | 91.003 | – | 1.346.506 | 41.159 |
Rimini | 85.866 | 45.320 | 30.318 | 28.095 | – | 189.599 | 220 |
Emilia-Romagna | 10.875.112 | 3.739.463 | 3.623.203 | 1.367.954 | – | 19.605.732 | 60.297 |
Massa-Carrara | 20.905 | 5.534 | 9.053 | 2.947 | – | 38.439 | 518 |
Lucca | 105.612 | 29.783 | 48.033 | 13.687 | – | 197.115 | 2.822 |
Pistoia | 239.637 | 153.071 | 180.172 | 175.267 | – | 748.147 | 2.575 |
Firenze | 1.136.726 | 68.783 | 97.251 | 14.282 | – | 1.317.042 | 5.040 |
Livorno | 299.133 | 61.567 | 75.412 | 16.621 | – | 452.733 | 5.700 |
Pisa | 123.051 | 33.593 | 84.823 | 29.877 | – | 271.344 | 3.695 |
Arezzo | 398.655 | 51.987 | 89.139 | 13.375 | – | 553.156 | 379 |
Siena | 1.403.428 | 53.719 | 196.571 | 18.735 | – | 1.672.453 | 8.457 |
Grosseto | 837.402 | 83.351 | 129.413 | 29.789 | – | 1.079.955 | 10.755 |
Prato | 3.543 | 4.010 | 6.692 | 4.133 | – | 18.378 | – |
Toscana | 4.568.092 | 545.398 | 916.559 | 318.713 | – | 6.348.762 | 39.941 |
Perugia | 907.095 | 125.634 | 302.132 | 87.736 | – | 1.422.597 | 20.656 |
Terni | 344.143 | 44.895 | 46.835 | 13.978 | – | 449.851 | 7.804 |
Umbria | 1.251.238 | 170.529 | 348.967 | 101.714 | – | 1.872.448 | 28.460 |
Pesaro e Urbino | 91.297 | 39.580 | 64.092 | 15.116 | – | 210.085 | 2.010 |
Ancona | 343.370 | 119.036 | 266.633 | 51.945 | – | 780.984 | 4.853 |
Macerata | 563.529 | 110.062 | 262.349 | 46.271 | – | 982.211 | 8.740 |
Ascoli Piceno | 417.102 | 81.113 | 95.254 | 17.346 | – | 610.815 | 1.920 |
Fermo | 52.455 | 13.349 | 14.727 | 8.589 | – | 89.120 | 102 |
Marche | 1.467.753 | 363.140 | 703.055 | 139.267 | – | 2.673.215 | 17.625 |
Viterbo | 449.162 | 116.781 | 194.147 | 43.152 | – | 803.242 | 2.434 |
Rieti | 59.034 | 7.838 | 9.019 | 2.517 | – | 78.408 | 914 |
Roma | 684.042 | 210.510 | 181.308 | 535.171 | – | 1.611.031 | 139.697 |
Latina | 816.123 | 743.619 | 265.923 | 1.964.207 | – | 3.789.872 | 4.990 |
Frosinone | 290.178 | 56.754 | 78.311 | 10.609 | – | 435.852 | 2.024 |
Lazio | 2.298.539 | 1.135.502 | 728.708 | 2.555.656 | – | 6.718.405 | 150.059 |
L’Aquila | 192.229 | 94.374 | 86.888 | 33.930 | – | 407.421 | – |
Teramo | 327.300 | 49.268 | 69.414 | 27.613 | – | 473.595 | 4.402 |
Pescara | 259.466 | 37.950 | 34.770 | 19.729 | – | 351.915 | 83 |
Chieti | 1.718.588 | 160.908 | 141.244 | 60.126 | – | 2.080.866 | 1.676 |
Abruzzo | 2.497.583 | 342.500 | 332.316 | 141.398 | – | 3.313.797 | 6.161 |
Campobasso | 218.207 | 100.508 | 144.897 | 42.009 | – | 505.621 | 1.310 |
Isernia | 7.265 | 2.312 | 2.222 | 2.028 | – | 13.827 | 166 |
Molise | 225.472 | 102.820 | 147.119 | 44.037 | – | 519.448 | 1.476 |
Caserta | 778.438 | 376.557 | 138.520 | 253.817 | – | 1.547.332 | 2.643 |
Benevento | 585.692 | 70.066 | 72.034 | 17.713 | – | 745.505 | 11 |
Napoli | 782.393 | 428.868 | 215.279 | 577.308 | – | 2.003.848 | 1.650 |
Avellino | 544.981 | 108.056 | 152.912 | 43.052 | – | 849.001 | 32 |
Salerno | 828.668 | 618.310 | 217.341 | 3.283.830 | – | 4.948.149 | 425 |
Province | Fungicidi | Insetticidi e acaricidi | Erbicidi | Vari | Biologici | Totale | Trappole (numero) |
Campania | 3.520.172 | 1.601.857 | 796.086 | 4.175.720 | – | 10.093.835 | 4.761 |
Foggia | 2.114.551 | 1.118.364 | 652.691 | 386.491 | – | 4.272.097 | 11.580 |
Bari | 2.527.573 | 732.235 | 608.435 | 151.348 | – | 4.019.591 | 5.767 |
Taranto | 1.159.496 | 591.459 | 314.353 | 106.175 | – | 2.171.483 | 176 |
Brindisi | 604.111 | 203.416 | 224.382 | 60.808 | – | 1.092.717 | 6 |
Lecce | 1.249.488 | 245.264 | 229.934 | 199.642 | – | 1.924.328 | 5.443 |
Barletta-Andria- Trani | 522.152 | 189.436 | 109.889 | 82.509 | – | 903.986 | 181 |
Puglia | 8.177.371 | 3.080.174 | 2.139.684 | 986.973 | – | 14.384.202 | 23.153 |
Potenza | 798.654 | 130.534 | 157.977 | 40.210 | – | 1.127.375 | 66 |
Matera | 254.396 | 132.213 | 92.290 | 371.339 | – | 850.238 | 719 |
Basilicata | 1.053.050 | 262.747 | 250.267 | 411.549 | – | 1.977.613 | 785 |
Cosenza | 385.451 | 398.240 | 77.867 | 40.647 | – | 902.205 | 7.026 |
Catanzaro | 383.921 | 211.112 | 134.287 | 119.621 | – | 848.941 | 5.181 |
Reggio di Calabria | 205.110 | 192.959 | 105.705 | 59.410 | – | 563.184 | 1.978 |
Crotone | 196.737 | 57.378 | 30.711 | 20.764 | – | 305.590 | 36 |
Vibo Valentia | 24.074 | 12.617 | 8.123 | 13.939 | – | 58.753 | 189 |
Calabria | 1.195.293 | 872.306 | 356.693 | 254.381 | – | 2.678.673 | 14.410 |
Trapani | 3.655.944 | 211.666 | 203.634 | 77.514 | – | 4.148.758 | 1.269 |
Palermo | 646.833 | 64.046 | 158.659 | 50.434 | – | 919.972 | 145 |
Messina | 34.813 | 46.236 | 39.363 | 7.368 | – | 127.780 | 1.758 |
Agrigento | 1.756.102 | 156.194 | 129.483 | 110.118 | – | 2.151.897 | 2.274 |
Caltanissetta | 151.140 | 60.985 | 106.275 | 97.626 | – | 416.026 | 2.006 |
Enna | 18.365 | 6.154 | 33.332 | 6.376 | – | 64.227 | 65 |
Catania | 563.466 | 686.809 | 439.614 | 76.791 | – | 1.766.680 | 5.884 |
Ragusa | 669.424 | 422.673 | 228.848 | 2.994.483 | – | 4.315.428 | 60.589 |
Siracusa | 199.805 | 345.744 | 122.990 | 52.051 | – | 720.590 | 7.560 |
Sicilia | 7.695.892 | 2.000.507 | 1.462.198 | 3.472.761 | – | 14.631.358 | 81.550 |
Sassari | 160.783 | 32.697 | 27.059 | 8.859 | – | 229.398 | 1.766 |
Nuoro | 16.784 | 10.296 | 2.155 | 1.295 | – | 30.530 | 204 |
Cagliari | 709.802 | 199.809 | 171.640 | 110.743 | – | 1.191.994 | 14.478 |
Oristano | 94.629 | 53.042 | 88.667 | 85.295 | – | 321.633 | 1 |
Olbia-Tempio | 15.800 | 3.616 | 5.639 | 234 | – | 25.289 | 300 |
Ogliastra | 77.371 | 5.044 | 2.748 | 870 | – | 86.033 | 400 |
Medio Campidano | 16.563 | 10.316 | 5.642 | 4.377 | – | 36.898 | – |
Carbonia-Iglesias | 54.719 | 2.492 | 576 | 559 | – | 58.346 | – |
Sardegna | 1.146.451 | 317.312 | 304.126 | 212.232 | – | 1.980.121 | 17.149 |
ITALIA | 69.537.526 | 23.745.500 | 23.254.721 | 19.516.962 | – | 136.054.709 | 583.106 |
Le Regioni con il maggior consumo di pesticidi sono le regioni Veneto ed Emilia Romagna con quantitativi dell’ordine di 20 milioni di kg di pesticidi venduti nel 2015 ciascuna.
Il trend di vendite di pesticidi in Italia dal 1999 è stato in continuo calo, ma dal 2013 all’ultimo dato disponibile del 2015 c’è stata un’inversione di tendenza.
Figura 1. Pesticidi distribuiti per uso agricolo in Italia dal 1999 al 2015 (Fonte: ISTAT12 elaborata da PAN Italia).
Per valutare l’intensità dell’utilizzo di pesticidi è importante rapportare il quantitativo di consumo ad ettaro di superficie coltivata. Secondo questo parametro in consumo specifico di pesticidi in Italia è stato pari a 7,2 kg/ettaro di pesticidi nel 2015 (Tabella 2).
I valori di picco si sono registrati nella Provincia Autonoma di Trento con 50,6 kg/ettaro e nella Provincia Autonoma di Bolzano con 43,8 kg/ettaro. Tali provincie sono caratterizzate da estese aree di coltivazione intensiva della mela con il metodo della lotta integrata, in cui si arriva localmente addirittura a picchi dell’ordine di oltre 90 kg/ettaro (Ioriatti et al., 2011).
Tabella 2. Pesticidi distribuiti per uso agricolo in Italia nel 2015 espressa in kg per ettaro di superficie coltivata (Fonte: ISTAT elaborata da PAN Italia).
Regioni | Fungicidi | Insetticidi e acaricidi | Erbicidi | Vari | Totale |
Piemonte | 5,39 | 0,55 | 1,77 | 0,27 | 7,98 |
Valle d’Aosta | 18,14 | 1,96 | 2,58 | 0,22 | 22,9 |
Lombardia | 1,80 | 0,34 | 1,53 | 0,78 | 4,45 |
Liguria | 3,56 | 1,22 | 1,52 | 7,02 | 13,32 |
Bolzano/Bozen | 22,95 | 18,93 | 1,28 | 0,64 | 43,8 |
Trento | 37,25 | 11,66 | 1,39 | 0,33 | 50,63 |
Trentino-Alto Adige | 30,23 | 15,23 | 1,33 | 0,48 | 47,27 |
Veneto | 8,72 | 0,94 | 1,75 | 2,75 | 14,16 |
Friuli-Venezia Giulia | 6,83 | 0,39 | 1,62 | 0,16 | 9 |
Emilia-Romagna | 5,97 | 1,27 | 1,44 | 0,64 | 9,32 |
Toscana | 4,12 | 0,25 | 0,58 | 0,21 | 5,16 |
Umbria | 2,82 | 0,07 | 0,48 | 0,06 | 3,43 |
Marche | 1,82 | 0,13 | 0,65 | 0,06 | 2,66 |
Lazio | 2,83 | 0,48 | 0,64 | 3,64 | 7,59 |
12 http://agri.istat.it/sag_is_pdwout/jsp/NewDownload.jsp?id=15A|3A|45A|74A|67A|66A&anid=2015
Abruzzo | 5,63 | 0,26 | 0,46 | 0,13 | 6,48 |
Molise | 0,76 | 0,09 | 0,28 | 0,12 | 1,25 |
Campania | 4,68 | 1,05 | 0,77 | 5,15 | 11,65 |
Puglia | 3,95 | 0,65 | 0,64 | 0,26 | 5,5 |
Basilicata | 2,17 | 0,23 | 0,27 | 0,68 | 3,35 |
Calabria | 1,58 | 1,10 | 0,37 | 0,28 | 3,33 |
Sicilia | 5,89 | 0,90 | 0,51 | 2,10 | 9,4 |
Sardegna | 1,77 | 0,18 | 0,24 | 0,20 | 2,39 |
ITALIA | 4,46 | 0,72 | 0,91 | 1,13 | 7,22 |
I pesticidi nelle acque
Pietro Massimiliano Bianco1,2, Valter Bellucci1, Carlo De Falco3, Serio Deromedis 2,Marco Tiberti,4
1ISPRA, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, 2PAN-ITALIA, 3Gruppi Ricerca Ecologica, 4 European Consumers
Italia
Anche se la vendita ufficiale di pesticidi risulta calata di quasi il 12% dal 2001 al 2014 (Rapporto ISPRA, 2016), lo stesso trend non si riscontra ancora nei risultati dei monitoraggi; la contaminazione continua ad essere diffusa e cumulata, soprattutto a causa della persistenza di alcune sostanze che, insieme alle dinamiche idrologiche lente, rende i fenomeni di contaminazione ambientale difficilmente reversibili.
I pesticidi sono una presenza costante nelle acque italiane, soprattutto nelle zone di pianura e collina. Nel 2014, secondo gli ultimi dati disponibili, nelle acque superficiali italiane sono stati trovati pesticidi nel 64 % dei punti di monitoraggio e nel 34 % del totale dei campioni (ISPRA, 2016). Nelle acque sotterranee, sono risultati contaminati circa il 32 % del totale dei punti di monitoraggio e il 25,5 % del totale dei campioni. Le sostanze trovate sono in totale 224: 205 nelle acque superficiali, 171 in quelle sotterranee.
Gli erbicidi (e i loro metaboliti) sono le sostanze più trovate nelle acque superficiali, con il 55,7 % delle misure positive. Nel 2014, rispetto agli anni precedenti, è aumentata in modo significativo la presenza di fungicidi e insetticidi. L’incremento dei fungicidi, rispetto al 2012, è del 72 % nelle acque superficiali e del 11 % in quelle sotterranee; per quanto riguarda gli insetticidi, gli incrementi relativi sono del 53 % nelle acque superficiali e del 30 % in quelle sotterranee.
Nelle acque, queste sostanze, anche in piccole quantità, possono agire in sinergia e molte di esse sono interferenti ormonali e metabolici, cancerogeni e distruttivi per vari organismi alla base della catena alimentare, quali i componenti dello zoo e fitoplancton. L’alterazione della base delle catene trofiche può determinare un effetto a cascata sugli organismi di maggiori dimensioni.
Nel 2014 nelle acque superficiali il glifosate e il suo metabolita AMPA, al momento purtroppo cercati solo in Lombardia e Toscana, sono presenti con frequenze rispettive del 19,1 % e del 41 %, risultando il complesso di sostanze più diffuso. Gli erbicidi terbutilazina-desetil, terbutilazina e metolaclor sono stati rilevati con frequenze da circa il 12 % al 15,1 % dei campioni; l’insetticida imidacloprid, il cui rilevamento è in crescita rispetto agli anni passati, è ritrovato con una frequenza del 30,7 %. Si tratta di tutte sostanze tossiche o altamente tossiche per la vita acquatica. Nelle acque sotterranee, l’erbicida metolaclor esa è la sostanza più rinvenuta, con il 35,3 %, segue il fungicida fludioxonil con il 12,5 % di ritrovamenti nei campioni. L’insetticida imidacloprid, anche per questo compartimento idrico, è tra le sostanze più ritrovate con circa l’11,5 % dei campioni; superano il 9 % dei ritrovamenti le sostanze: ciproconazole, tiametoxan, tetraconazolo, oxadixil, carbendazim, terbutilazina-desetil, fluazifop e triadimenol, ciascuno dei quali tossico per almeno un comparto fondamentale dei sistemi ecologici.
Nel corso dell’ultimo triennio, in 25 stazioni di monitoraggio si sono avute analisi con residui di fitofarmaci in concentrazione uguale o superiore a 0,10 μg*l-1 (limite nelle acque potabili in base al D. Lgs. 31/2001). I casi più frequenti riguardano cinque fungicidi: dimetomorf, tebuconazolo, iprovalicarb, metalaxil, fluopicolide, utilizzati principalmente in viticoltura; gli erbicidi metolaclor e terbutilazina, noti da tempo per il loro spiccato potenziale di contaminazione delle acque e l’insetticida imidacloprid, un neonicotinoide il cui uso è stato sospeso per un certo periodo di tempo, a causa dei possibili effetti negativi nei confronti delle api.
Le acque di superficie italiane risultano, inoltre, fortemente contaminate da prodotti che attualmente sono stati revocati a causa della loro tossicità e da numerosi loro metaboliti di cui, all’entrata in commercio di molti prodotti, ben poco si sapeva. Sono, ad esempio, molto diffusi i metaboliti dell’Atrazina, sostanza proibita dall’11/05/2004, il cui metabolita 2-Idrossi Atrazina è ancora presente nel 66,7 dei punti di monitoraggio delle acque sueprficiali e nel 33,8 di quelli delle acque sotterranee dove è stato cercato. Aldicarb, revocato il 22/10/2003, è segnalato nel 20,7 % dei punti di monitoraggio delle acque superficiali in cui è stato cercato e nell’8,8 di quelle sotterranee; ampiamente diffusi anche i metaboliti Aldicarb Sulfone (rispettivamente 18,5 % e 11,5 %) e Aldicarb sulfossido (14,8 % dei punti di monitoraggio delle acque superficiali).
Figura 1. Sostanze attive dei prodotti fitosanitari rilevate con la maggiore frequenza nelle acque superficiali italiane (da ISPRA, 2016)
Figura 2. Le sostanze attive rinvenute più di frequente nei punti di monitoraggio dei prodotti fitosanitari nelle acque sotterranee italiane (da ISPRA, 2016).
Hexaflumuron, revocato in Italia dal 2004, è presente in un quinto delle acque sotterranee monitorate. Il Carbaryl, revocato nel 2009 con ultima data di esaurimento delle scorte di prodotti al 21/11/2008, è tuttora presente nell’11 % delle acque di superficie e ha contaminato anche le acque sotterranee, come era prevedibile, viste le sue caratteristiche. Per altro, come risulta dai dati SIAN, risulta ancora venduto nel 2012.
Risulta difficile un paragone tra regioni. Nel 2014 in Emilia Romagna sono state trovati campioni contenenti residui nell’57% dei prelievi, contro una media nazionale del 34% ma le sostanze cercate sono state 89, contro le 22 delle Marche e le 28 del Piemonte. Allo stesso modo la Lombardia presenta oltre il 50% di non conformità, contro un 11% dell’Emilia Romagna, ma la Lombardia vede buona parte dei propri superamenti causati dall’AMPA (metabolita del Glifosato) che nel 2014 non era ricercato in Emilia Romagna. Anche la scelta dei punti di campionamento incide sui risultati (più o meno a valle dei corsi d’acqua, tipi di colture limitrofe ecc.). Occorre dunque con urgenza un lavoro di standardizzazione delle procedure di monitoraggio e analisi (Legambiente Emilia Romagna, 2017).
Va infine segnalato come siano ricercati nelle acque nazionali solo alcuni dei metaboliti (i sottoprodotti dell’interazione delle sostanze attive con le matrici biologiche e biotiche) e dei prodotti di reazione con l’azua. Questo avviane per motivi tecnici, economici o politici, solo in poche Regioni, nonostante il rischio rappresentato da essi sia elevato, spesso assai più delle sostanze attive di origine. Per un comparto così strategico e di “proprietà pubblica” sarebbe doverosa una maggiore severità e controlli più analitici.
Analisi regionale: il Lazio
Come molte altre regioni, nonostante l’importanza dei rilevamenti dei contaminanti, il Lazio fornisce pochi dati al Sistema Informativo Nazionale. L’abbiamo perciò scelta come caso campione per verificare se questa scarsità d’informazioni fosse giustificata dalla condizione ecologica. Lasciamo al lettore la risposta a questa domanda in particolare confrontando i dati laziali con quelli toscani presentati più avanti.
Figura 3. Le stazioni di monitoraggio dei fitofarmaci nel Lazio.
In particolare non vengono analizzate sostanze costantemente inquinanti le acque italiane in ambito agricolo quali il Glifosate e il suo metabolita AMPA che, dove cercato in altre regioni, è stato trovato con frequenze spesso superiori al 50 %.
Sostanze cercate
La maggior parte dei campionamenti riguarda sostanze proibite ai sensi degli attuali regolamenti nazionali e europei. DSi
Tabella 1. Status nell’Unione Europea delle sostanze cercate nelle acque da ARPA Lazio
Sostanze attive cercate (ARPA Lazio, 2016) | Status nell’Unione Europea15 |
1,2-DICLOROETANO | Bandito |
ALACHLOR | Non approvato |
ALDICARB | Non approvato |
ALDRIN | Non approvato |
ALFA ENDOSULFAN | Metabolita di Endosulfan, non approvato |
ATRAZINA | Non approvato |
BENFURACARB | Tutti i prodotti sono stati revocati con scadenza smaltimento scorte al 20/03/2009. |
CARBARYL | Non approvato. Revocato nel 2009. |
CLORFENVINFOS | Non approvato |
CHLORPYRIFOS | Approvato, scade il 31/01/2018 |
CLORTOLURON | Approvato, 31/10/2017. Da iscrivere nell’elenco di sostanze candidate alla sostituzione. Soddisfa i criteri per essere considerata sostanza persistente e tossica. Da considerare come avente proprietà d’interferente endocrino che può causare effetti avversi negli esseri umani. |
DDT e metaboliti | Bandito |
DICAMBA | Approvato, scade il 31/12/2018 |
DICLORVOS | Non approvato |
DIELDRIN | Bandito |
DIURON | Approvato, scade il 30/09/2018 |
ENDOSULFAN | Non approvato |
ENDRIN | Bandito |
EPTACLORO EPOSSIDO | Metabolita di Eptacloro, bandito |
ESACLOROCICLOESANO | L’isomero Beta è sottoprodotto della produzione del lindano (γ-HCH), bandito e illegale in Italia dal 2001. |
FENAMIFOS | Approvato, scade il 31/07/2018 |
ISODRIN | Bandito |
ISOPROTURON | Non approvato, termine ultimo per i prodotti 30 September 2017. |
LENACIL | Approvato, scade il 31/12/2018 |
LINURON | Non approvato. Classificata o da classificare, a norma del regolamento (CE) n. 1272/2008, come tossica per la riproduzione di categoria 1A o 1B. |
MCPA | Approvato, scade il 31/10/2017 |
MECOPROP | Non pprovato, scaduto il 31/01/2017 |
METALAXYL | Approvato, scade il 30/06/2020. Da iscrivere nell’elenco di sostanze candidate alla sostituzione. Contiene una proporzione notevole di isomeri non attivi. |
15 Ai sensi del Reg. CE 1107/2009, del Reg. CE N. 850/2004 e del Reg. di esec. UE 2015/408.
Sostanze attive cercate (ARPA Lazio, 2016) | Status nell’Unione Europea15 |
METAMITRON | Approvato, scade il 31/08/2019 |
METAZACLOR | Approvato, scade il 31/07/2019 |
METOBROMURON | Approvato, scade il 31/12/2024 |
METOLACLOR | Non approvato. Revocato dal 26/07/2003. |
METOMIL | Scade il 31/08/2019 |
METRIBUZIN | Approvato, scade il 31/07/2018 |
NAFTALENE | Non approvato |
OXADIXYL | Non approvato |
p,p’ – DDT | Metabolita del DDT, bandito |
PENDIMETALIN | Approvato, scade il 31/07/2018. Da iscrivere nell’elenco di sostanze candidate alla sostituzione. Soddisfa i criteri per essere considerata sostanza bioaccumulabile e tossica. |
PENTACLOROFENOLO | Non approvato |
PROCIMIDONE | Non approvato |
SIMAZINA | Non approvato |
TEFLUBENZURON | Tutti i prodotti sono stati revocati con ultima data per lo smaltimento delle scorte al 31 maggio 2013. |
TERBUTILAZINA | Approvato, scade il 31/12/2021 |
TERBUTRINA | Non approvato. Revocato in Italia dal 31/12/2003. |
TRIFLURALIN | Non approvato |
Acque di superficie e sotterranee
Nel Lazio, sono stati forniti a ISPRA per il 2014 i dati di 5 punti di monitoraggio delle acque superficiali (ISPRA, 2016), che denunciano comunque la costante presenza di sostanze molto pericolose già ampiamente rilevabili a livello nazionale, mentre Endrin, Linuron, Terbutryn e Metamitron mostrano una presenza più elevata delle medie nazionali.
Tabella 2. Sostanze rinvenute nei punti di monitoraggio delle acque del Lazio nel 2014 (ISPRA, 2017)
SOSTANZA | Presenze nei punti di monitoraggio delle acque superficiali (%, 2014) | Presenze nei punti di monitoraggio delle acque sotterranee (%, 2014) |
Lenacil | 100,0 | 66,7 |
Terbutilazina | 60,0 | 18,8 |
Metamitron | 50,0 | 50,0 |
Metolaclor | 40,0 | 4,8 |
Linuron | 20,0 | 6,3 |
Metalaxil | 20,0 | 6,3 |
Oxadixil | 20,0 | 18,8 |
Dicamba | 100,0 | |
Endrin | 100,0 | |
Mecoprop | 100,0 | |
Metomil | 50,0 | |
Terbutryn | 20,0 | |
Teflubenzuron | 66,7 | |
Mcpa | 33,3 | |
Benfuracarb | 22,2 | |
DDD, Pp | 4,8 |
Tenendo presente i limiti di cui sopra relativamente alle sostanze cercate, dai dati del 201616 è evidente la connotazione rispetto all’agricoltura intensiva essendo i pesticidi in particolare diffusi nelle acque della piana di Rieti e della pianura Pontina.
Per la valle del Sacco emerge in particolare la contaminazione da esaclorocicloesano che dipende in particolare dall’attività industriale per la produzione del lindano (γ-esaclorocicloesano), sostanza proibita un tempo largamente utilizzata in agricoltura. Il pesticida prodotto nei passati decenni e interrato nel comprensorio industriale di Colleferro è migrato nel fiume Sacco le cui acque utilizzate per irrigare i campi hanno determinato bioaccumulo nel ciclo alimentare. Questa sostanza è, infatti, stata riscontrata, dagli studi epidemiologici, in un’alta percentuale di popolazione, 137 persone su 246 monitorate17.
Tabella 3. Sostanze rinvenute nei Comuni del Lazio
Comune | Sostanze rinvenute (2016) |
Alatri | Chlorpyrifos |
Anagni | Esaclorocicloesano |
Aprilia | Chlorpyrifos |
Cassino | Esaclorocicloesano, Pentaclorobenzene |
Ceccano | Esaclorocicloesano |
Colleferro | Esaclorobenzene |
Contigliano | Terbutilazina |
Falvaterra | Esaclorocicloesano |
Gaeta | Ddt Totale |
Latina | Chlorpyrifos, Ddt Totale, Metalaxyl, Metolaclor, P,P’ – Ddt, Terbutilazina |
Montalto di Castro | Alachlor, Aldrin, Atrazina, Clorfenvinfos, Dieldrin, Endosulfan, Endrin, Esaclorocicloesano, Isodrin, P,P’ – Ddt, Simazina, Terbutilazina, Trifluralin |
Pontecorvo | Esaclorocicloesano |
Pontinia | Aldrin, Atrazina, Metalaxyl, Ddt Totale, P,P’ – Ddt, Metolaclor, Terbutilazina |
Prossedi | DDT Totale, P,P’ – DDT |
Rieti | Metolaclor, Terbutilazina |
Sabaudia | Alachlor, Metolaclor |
Sabaudia | DDT Totale, P,P’ – DDT |
Segni | Esaclorocicloesano |
Sermoneta | Chlorpyrifos, DDT Totale, P,P’ – DDT |
Sora | Ddt Totale, Esaclorobenzene, Pentaclorobenzene |
Terracina | Metalaxyl, Oxadixyl |
Terracina | DDT Totale, P,P’ – DDT |
Valentano | 1,2-Dicloroetano |
Per le aree umide le stazioni sono poche e le sostanze ricercate non sono solitamente quelle realmente utilizzate attualmente. Per esempio per quanto riguarda il lago di Vico, per le quali acque non è segnalata la presenza dei fitosanitari cercati; tra quelle ricercate solo il Chlorpyrifos risulta utilizzato nella dominante coltura del nocciolo.
16 Forniti ai Gruppi di Ricerca Ecologica Lazio in seguito a richiesta accesso agli atti.
17 ReTuVaSa. Valle del Sacco: IARC, Lindano, DDT e Betaesaclorocicloesano. http://www.retuvasa.org/comunicato-stampa/valle-del-sacco-iarc-lindano-ddt-e-betaesaclorocicloesano
Si conferma la necessità di analisi approfondite dei laghi e della zona Pontina, in particolare delle zone umide del Parco Nazionale del Circeo dove la presenza di DDT e suoi metaboliti indica comunque l’esposizione a falde inquinate da prodotti di origine agricola. Le sostanze da ricercare dovrebbero esserve quelle effettivamente utilizzate nel bacino idrico affluente e i loro metaboliti.
Tabella 4. Sostanze rinvenute nei corpi idrici Laziali nel 2015 (dati ARPA Lazio)
Codice Stazione | Comune | Corpo idrico (µg/L) | Sostanze rinvenute |
F1.08 | Pontecorvo | Fiume Liri (a valle) 2 | DDT, Esaclorobenzene, Esaclorocicloesano,
Pentaclorobenzene |
F1.13 | Sora | Fiume Fibreno 1 | DDT, Esaclorobenzene, Pentaclorobenzene |
F1.18 | Cassino | Fiume Rapido 2 | Esaclorobenzene, Pentaclorobenzene |
F1.19 | Cassino | Fiume Gari 2 | Esaclorobenzene, Pentaclorobenzene |
F1.26 | Falvaterra | Fiume Sacco 5 | Esaclorocicloesano |
F1.80 | Alatri | Fiume Cosa 2 | Chlorpyrifos |
F2.02 | Sermoneta | Fiume Cavata 1 | Chlorpyrifos, DDT, p,p’ – DDT |
F2.05 | Terracina | Fiume Ufente 2 | DDT, p,p’ – DDT |
F2.07 | Terracina | Fiume Amaseno 3 | DDT, p,p’ – DDT |
F2.10 | Latina | Fosso Spaccasassi 3 | Chlorpyrifos |
F2.12 | Latina | Canale Acque alte/Moscarello 2 | Chlorpyrifos |
F2.14 | Latina | Canale Acque medie/Rio Martino 2 | DDT, p,p’ – DDT |
F2.19 | Pontinia | Canale Botte 1 | DDT, p,p’ – DDT |
F2.35 | Latina | Fiume Ninfa Sisto 2 | DDT, p,p’ – DDT |
F2.74 | Aprilia | Fiume Astura 1 | Chlorpyrifos |
F3.20 | Contigliano | Fiume Turano (a valle) 2 | Terbutilazina |
L5.70 | Valentano | Lago di Mezzano | 1,2-Dicloroetano |
M2.73 | Gaeta | Acqua marina costiera, Da Punta Stendardo a Vindicio | DDT |
M5.70 | Montalto di Castro | Acqua marina costiera Da F. Chiarone a Bacino Fiora | Alachlor, Aldrin, Atrazina, Clorfenvinfos, Chlorpyrifos,
DDT Totale, Dieldrin, Endosulfan, Endrin, Esaclorocicloesano, Isodrin, P,P’ – DDT, Simazina, |
T2.20 | Latina | Lago Di Fogliano | DDT |
T2.21 | Sabaudia | Lago Di Caprolace | DDT, p,p’ – DDT |
T2.63 | Sabaudia | Lago Di Monaci | DDT |
Analisi regionale: la Toscana
Al contrario di Arpa Lazio la Toscana fornisce un gran numero di informazioni sullo stato delle sue acque ed ha un efficiente rete di monitoraggio: nel 2015 i controlli hanno riguardato circa 90 stazioni dei monitoraggio delle acque superficiali e circa 190 per le acque sotterranee. Le stazioni sulle quali è condotta la ricerca dei fitofarmaci sono selezionate attraverso un’analisi di rischio.
Figura 4. Rappresentazione geografica dell’analisi delle pressioni condotta per i fitofarmaci (a sinistra) e l’analisi degli impatt valutata a partire dai risultati del monitoraggio degli ultimi 6 anni (a destra). In rosso le stazioni di monitoraggio che hanno presentato nel tempo concentrazioni critiche di fitofarmaci (> 0,75 * Standard di Qualità).
Sostanze cercate
In Toscana vengono cercate 89 sostanze attive selezionate con i criteri di priorità secondo quanto previsto da ISPRA (2011, 2017). Le sostanze attive rilevate nelle acque superficiali nel 2015 sono state 65. Tutti i dati delle stazioni sono diffusi attraverso una Banca Dati disponibile all’indirizzo La banca dati (contenente le informazioni disponibili dal 2001 al corrente anno) è accessibile anche secondo i requisiti base della Direttiva INSPIRE 2007/2/CE per l’istituzione dell’infrastruttura per l’informazione spaziale nella Comunità Europea.
I dati, caratterizzati quindi da alta oggettività, presentano un quadro inquietante di inquinamento da pesticidi soprattutto nelle aree di pianura dove per altro si concentrano la maggior parte degli abitanti.
Acque di superficie e sotterranee
Gli esiti del monitoraggio 2017 indicano che la presenza di residui di fitofarmaci nelle acque riguarda per le acque superficiali il 95% delle e per le acque sotterranee circa il 42% delle stazioni controllate.
Il 10 % dei campioni di acque superficiali e il 5 % dei campioni di acque sotterranee analizzati presenta concentrazioni di pesticidi maggiori o uguali a 0,1 µg/L, valore che rappresenta per la maggior parte delle sostanze lo standard di qualità ambientale ed anche il limite di legge per la qualità delle acque potabili18. Particolarmente frequenti l’insetticida imidacloprid, i fungicidi fluopicolide, tebuconazolo, dimetomorf, gli erbicidi glifosate boscalid, terbutilazina. Spiccano per elevata concentrazione e frequenza di rilevamento l’AMPA (metabolita del glifosate), il glifosate, il dimetomorf. Dati di dettaglio, come quelli forniti dall’ARPA Toscana, denunciano, pultroppo, la diffusa contaminazione da pesticidi della maggior parte dei corsi e dei bacini d’acqua italiani.
Nell’ultimo biennio in Toscana si è rilevata presenza di glifosate e/o del suo metabolita AMPA nelle acque in oltre il 60% dei campioni analizzati con punte di concentrazione anche elevate (> 1µg/L). Il glifosate da diversi anni è la sostanza attiva più venduta in Italia ed in Toscana, se si eccettuano lo zolfo e i composti rameici. Oltre che in campo agricolo, il prodotto risulta impiegato per usi civili (diserbo strade, autostrade, ferrovie). Una recente Delibera della Regione Toscana ha vietato questo secondo tipo di utilizzo, salvo deroghe in casi eccezionali.
Tabella 5. Sostanze rinvenute nelle stazioni di monitoraggio delle acque Toscana (Dati ARPA, 201719)
Nome stazione (Comune) | Sostanze rinvenute |
Bacino della Giudea (Pistoia) | AMPA |
Bacino Due Forre (Quarrata) | AMPA, Dimetoato, Dimetomorf, Fluopicolide,Glifosate, Iprovalicarb, Metalaxil-M,Tebuconazolo, Tetraconazolo |
Bacino Falchereto (Quarrata) | AMPA, Dimetoato, Dimetomorf, Fluopicolide,Glifosate,Metalaxil-M, Metoxyfenozide, Tetraconazolo, Zoxamide |
Canale Battagli (Montevarchi) | AMPA, Azossistrobina, Boscalid, Carbendazim, Clortoluron, Dimetomorf, Imidacloprid, Metalaxil-M, Metazaclor, Metolaclor-S, Metoxyfenozide, Oxadiazon, Propamocarb, Tebuconazolo, Terbutilazina |
Canale Allacciante (Scarlino) | Acetoclor, Diuron, Imidacloprid, Metalaxil-M, Metoxyfenozide |
Canale Burlamacca Torre Matilde (Viareggio) | Diuron, Imidacloprid |
Canale del Capannone-Fiume Pescia – Ponte Alla Guardia (Ponte Buggianese) | Carbendazim, Dimetoato, Diuron, Imidacloprid, Oxadiazon, Pirimetanil |
Canale del Capannone-Fiume Pescia di Collodi Ponte di Salanova (Fucecchio) | Carbendazim, Dimetoato, Diuron, Imidacloprid, Metalaxil-M, Oxadiazon, Pendimetalin, Tetraconazolo |
Canale del Capannone-Fiume Pescia, Ponte settepassi (Ponte Buggianese) | Acetamiprid, Ampa, Carbendazim, Glifosate, Imidacloprid, Metalaxil-M, Oxadiazon |
Canale Maestro della Chiana – Briglia ex Cerace (Arezzo) | AMPA, Azossistrobina, Boscalid, Chlorantraniliprole, Ciprodinil, Clorsulfuron, Dimetoato, Dimetomorf, Fluopicolide, Metalaxil-M, Metazaclor, Metolaclor-S, Terbutilazina, Tetraconazolo |
Canale Maestro della Chiana – Ponte di Cesa (Marciano della Chiana) | Acido 2,4-Diclorofenossiacetico (2,4 D), AMPA, Azossistrobina, Clortoluron, Dimetomorf, Fluopicolide, Glifosate, Imidacloprid, Metalaxil-M, Metolaclor-S, Metoxyfenozide |
Canale Ozzeri- Ripafratta (Lucca) | Acetoclor, Carbendazim, Imidacloprid, Simazina |
Canale Rogio – Baracca di Nanni (Bientina) | Atrazina, Boscalid, Carbendazim, Diazinone,Diuron, Imidacloprid, Metalaxil-M, Propamocarb, Simazina, Tebuconazolo |
19 http://sira.arpat.toscana.it/apex2/f?p=121:3:0#
Nome stazione (Comune) | Sostanze rinvenute |
Canale Usciana – Cateratte (Calcinaia) | AMPA, Azossistrobina, Benalaxil, Carbendazim, Diuron, Imidacloprid, Metalaxil-M, Metolaclor- S, Oxadiazon, Propamocarb, Terbutilazina, Tetraconazolo |
Canale Usciana – Massarella (Santa Maria a Monte) | Carbendazim, Glifosate, Oxadiazon |
Centrale Cepparello (Poggibonsi) | AMPA, Chlorantraniliprole, Dimetomorf,
Fluopicolide, Glifosate, Mandipropamide, Metalaxil-M, Metoxyfenozide, Penconazolo, |
Cornia – Foce (Piombino) | AMPA, Glifosate, Metolaclor-S |
Emissario Bientina – Fornacette (Calcinaia) | Atrazina, Carbendazim, Imidacloprid, Metalaxil-M, Propamocarb, Simazina |
Emissario San Rocco (Grosseto) | Azossistrobina, Diuron, Isoproturon, Metalaxil-M |
Fiume Arbia – monte confluenza Ombrone (Buonconvento) | ATRAZINA, Boscalid, Diuron, Fluopicolide,
Imidacloprid |
Fiume Arno – Camaioni – Capraia (Capraia e Limite) | AMPA, Azossistrobina, Boscalid, Dimetoato, Dimetomorf, Diuron, Glifosate, Metalaxil-M,Metolaclor-S, Oxadiazon, Tebufenozide, Terbutilazina |
Fiume Arno – Anconella (Firenze) | Ampa, Azossistrobina, Clortoluron, Dimetomorf, Glifosate, Imidacloprid, Metalaxil-M, Metazaclor, Metolaclor-S, Pendimetalin, Tebuconazolo, Terbutilazina |
Fiume Arno – Ponte della Vittoria (Pisa) | AMPA, Azossistrobina, carbendazim, Diuron, Glifosate, Imidacloprid, Metoxyfenozide, Oxadiazon |
Fiume Arno – Ponte di Calcinaia (Calcinaia) | AMPA, Azossistrobina, Boscalid,
Chlorantraniliprole, Cloridazon, Dimetomorf, Diuron, Glifosate, Imidacloprid, Metalaxil-M, Metolaclor-S, Oxadiazon, Pendimetalin, |
Fiume Arno – Ponte di Fucecchio (Fucecchio) | AMPA, Atrazina, Deisopropil-, Boscalid,
Carbendazim, Chlorantraniliprole, Dimetomorf, Diuron, Fluopicolide, Glifosate, Imidacloprid, Metalaxil-M, Metolaclor-S, Oxadiazon, |
Fiume Arno Castelluccio Buon Riposo (Arezzo) | AMPA |
Fiume Arno Laterina (Laterina) | Dimetomorf, Diuron, Imidacloprid, Metalaxil-M, Metolaclor-S, Tebuconazolo |
Fiume Arno Presa Figline Matassino (Figline Valdarno) | Ampa, Azossistrobina, Boscalid, Clortoluron,
Dimetomorf, Fluopicolide, Glifosate, Metalaxil-M, Metolaclor-S, Tebuconazolo |
Fiume Bisenzio – Loc. Mezzana (Prato) | AMPA, Glifosate |
Fiume Bisenzio – Renai A Monte Confluenza Arno (Signa) | AMPA, Diuron, Glifosate |
Fiume Bisenzio (Vernio) | AMPA, Glifosate |
Fiume Bruna – Monte Torrente Carsia Loc. Casteani (Gavorrano) | Glifosate |
Fiume Bruna – Sp. 31 Collacchia Loc. La Bartolina (Gavorrano) | AMPA, Glifosate |
Fiume Elsa – A monte confluenza in Arno (San Miniato) | AMPA, Azossistrobina, Chlorantraniliprole,
Clortoluron, Dimetomorf, Fluopicolide, Glifosate, Imidacloprid, Metalaxil-M, Metolaclor-S, Metoxyfenozide, Penconazolo,Tetraconazolo |
Nome stazione (Comune) | Sostanze rinvenute |
Fiume Elsa presa acquedotto (Poggibonsi) | AMPA, GLIFOSATE |
Fiume Elsa Presso Scolmatore (Castelfiorentino) | Chlorantraniliprole, Fenhexamid, Isoproturon,
Metoxyfenozide, Tebuconazolo |
Fiume Era – Loc. S. Quirico – Ponte per Ulignano (Volterra) | Glifosate |
Fiume Era – Ponte di Pontedera (Pontedera) | AMPA, Azossistrobina, Boscalid,
Chlorantraniliprole, Fluopicolide, Glifosate, |
Fiume Era Medio (Peccioli) | AMPA, Glifosate |
Fiume Greve – Loc. Ponte A Greve (Firenze) | Boscalid, Dimetomorf, Diuron, Fluopicolide,
Glifosate, Metalaxil-M, Metoxyfenozide, |
Fiume Greve (Greve in Chianti) | AMPA, Boscalid, Dimetomorf, Glifosate,
Metalaxil-M, Metoxyfenozide, Tebuconazolo |
Fiume Morto (Pisa) | DDD Op, DDT Op, DDE Op, Dde Pp, Ddt Op, Dieldrin, P,P-Ddt + P,P-Ddd |
Fiume Ombrone – La Barca (Grosseto) | Ampa, Fluopicolide, Glifosate |
Fiume Ombrone – Ponte d’Istia (Grosseto) | Boscalid, Clortoluron, Fluopicolide |
Fiume Pesa a Valle (Montelupo Fiorentino) | Dimetomorf, Fluopicolide, Imidacloprid |
Fiume Reno – Presa Acquedotto Loc. Pracchia (Pistoia) | Ampa, Glifosate |
Fiume Serchio – Migliarino (San Giuliano Terme) | Quizalofop-P-Etile |
Fiume Sieve – Presa Acquedotto San Francesco (Pelago) | Azossistrobina, Diuron |
Foenna – Loc. Ponte Nero (Torrita Di Siena) | AMPA, Boscalid, Ciprodinil, Dimetomorf,
Fenhexamid, Fluopicolide, Oxyfluorfen, Pendimetalin, Pirimetanil, Tebuconazolo, Tetraconazolo |
Fossa Chiara Ponte di Biscottino (Pisa) | Atrazina, Dimetomorf, Imidacloprid, Lenacil,
Metazaclor, Metobromuron, Metolaclor-S, |
Fosso Dogaia dei Quadrelli Ponte al Fosso (Quarrata) | Acetamiprid, AMPA, Boscalid, Carbendazim,
Chlorpyrifos, Dimetoato, Diuron, Glifosate, S, Oxadiazon, Oxyfluorfen, Penconazolo, Pendimetalin, Propiconazolo, Tebufenozide, |
Fosso Melone (Capalbio) | Boscalid, Dimetomorf, Metalaxil-M,
Metolaclor-S, Metoxyfenozide, Metribuzin, Terbutilazina, Terbutilazina Desetil- |
Fosso Reale (2)-Torrente Rimaggio (Campi Bisenzio) | Diazinone, Diuron, Glifosate, Imidacloprid |
I Fossoni (Calci) | Ampa |
Invaso Casa Torre (Montale) | Dimetoato |
Invaso Levane (Terranuova Bracciolini) | Ampa, Fluopicolide, Glifosate, Imidacloprid,
Tralkoxidim |
Invaso Penna (Laterina) | Ampa, Boscalid, Glifosate, Metalaxil-M,
Tebuconazolo, Terbutilazina, Desetil- |
Lago Enel-Allori (Cavriglia) | Penconazolo, Tetraconazolo |
Lago Bagnolo Montachello (Montemurlo) | Ampa |
Lago Barberino Diga Migliorini (Barberino Val d’Elsa) | Boscalid, Dimetomorf, Fluopicolide, Metalaxil-M, Metoxyfenozide |
Lago Chiostrini (Tavarnelle Val di Pesa) | Dimetomorf, Fluopicolide, Metalaxil-M,
Tebuconazolo |
Nome stazione (Comune) | Sostanze rinvenute |
Lago Defizio Cipressini (Montaione) | Dimetoato, Imidacloprid |
Lago di Burano (Capalbio) | AMPA, Boscalid, Metoxyfenozide |
Lago di Chiusi (Chiusi) | AMPA, Clorsulfuron, Clortoluron, Dimetomorf,
Fluopicolide, Glifosate, Lenacil, Metalaxil-M, Metazaclor, Metolaclor-S, Tebuconazolo, Terbutilazina, Terbutilazina Desetil-, |
Lago di Montepulciano (Montepulciano) | Ampa, Boscalid, Clortoluron, Dimetomorf,
Etofumesate, Fluopicolide, Lenacil, Metalaxil- |
Lago Fabbrica 1 (San Casciano in Val di Pesa) | Fluopicolide, Metalaxil-M, Metoxyfenozide,
Pirimetanil, Propizamide, Tebuconazolo |
Lago Isola (Sesto Fiorentino) | Imidacloprid |
Lago Massaciuccoli-Centro Lago (Massarosa) | Ampa |
Laguna Di Ponente (Orbetello) | Tebuconazolo |
Marina di Carrara (Carrara) | op-DDE, Pp-Dde, Op-Ddt, P,P-Ddt + P,P-Ddd |
Padule di Bolgheri (Castagneto Carducci) | AMPA, Tralkoxidim |
Padule di Fucecchio – Interno Padule (Ponte Buggianese) | Dimetoato, Diuron, Metolaclor-S, Oxadiazon |
Pozzo 1 Paganico (Capannori) | Desetil-Atrazina |
Pozzo 1 Ter Bassa (Cerreto Guidi) | Ampa |
Pozzo 3 San Pantaleo (Pistoia) | Ampa, Glifosate |
Pozzo 456 (Castagneto Carducci) | Desetil-Atrazina |
Pozzo Badie (Bibbona) | Dimetomorf, Lenacil, Metolaclor-S, Desetil-
Terbutilazina |
Pozzo Bercino (Pontedera) | Oxadiazon |
Pozzo Bonelle 80 (Pistoia) | Terbutilazina |
Pozzo Burraia (San Gimignano) | Desetil-Atrazina, Oxadiazon |
Pozzo Capannile (Bibbona) | Dimetomorf, Lenacil, Terbutilazina, Desetil-
Terbutilazina |
Pozzo Capannori Nuovo Centro (Capannori) | Atrazina |
Pozzo Cenaia Nuovo (Crespina) | Imidacloprid |
Pozzo Centrale Ponsacco 6 (Lari) | Ampa |
Pozzo Cerbaia 10 (San Casciano in Val di Pesa) | Metoxyfenozide |
Pozzo Depuratore Castelfranco (Castelfranco di Sotto) | Glifosate, Procimidone |
Pozzo Fratticciola (Cortona) | Metolaclor-S, Pirimetanil |
Pozzo Lavaiano 5 (Lari) | Ampa |
Pozzo Leccio (Reggello) | Fluopicolide |
Pozzo Mortaiolo 0 (Collesalvetti) | Ampa |
Pozzo Mura (Pisa) | Azossistrobina, Oxadiazon |
Pozzo N 5 Campo Pozzi (Montelupo Fiorentino) | Dimetomorf |
Pozzo Omya (Carrara) | Imidacloprid |
Pozzo P.I.P. (Montevarchi) | Fosalone, Procloraz, Quizalofop-P-Etile,
Trifloxystrobina |
Pozzo Paduletto 2 (11) (Cecina) | Atrazina, Desetil- |
Pozzo Pesa Vecchia 58 (Scandicci) | Diuron |
Nome stazione (Comune) | Sostanze rinvenute |
Pozzo Prebeton (Arezzo) | Glifosate |
Pozzo Profondo Follonica (Foiano della Chiana) | Oxadiazon |
Pozzo Rigutino Viale (Arezzo) | Ampa, Glifosate |
Pozzo Rimessaggio Marchini (Massa) | Atrazina, Molinate, Propazina, Simazina |
Pozzo Rossi (Arezzo) | Glifosate |
Pozzo San Filippo (Lucca) | Carbendazim |
Pozzo Scuola Bernino (Poggibonsi) | Metoxyfenozide |
Pozzo Scuola Via Catene (Seravezza) | Propiconazolo |
Pozzo Stadio Perignano (Lari) | Ampa, Glifosate |
Pozzo Via Europa (Agliana) | Oxadiazon |
Rio Ceci (Buti) | Imidacloprid |
Rio Ponticelli (Bientina) | Ampa |
Riopetroso_Borgoforte (Gambassi Terme) | Ampa |
Santa Lucia (Calci) | Tralkoxidim |
Sorgente Pruniccia (Pietrasanta) | Oxadixil |
Sorgente Tre Fontane (Massarosa) | Oxadiazon |
Stella Ponte Catena (Quarrata) | Ampa, Boscalid, Dimetoato, Diuron, Glifosate,
Imidacloprid, Oxyfluorfen, Pendimetalin, |
Terzo Riserva Righetti (Monsummano Terme) | Azossistrobina, Boscalid, Diuron, Imidacloprid,
Metalaxil-M, Metolaclor-S, Penconazolo, |
Torrente Acquetta (Bagnone) | Boscalid, Dimetomorf, Tebufenozide |
Torrente Adio – Micciano (Pomarance) | Metolaclor-S, Propiconazolo, Terbutilazina |
Torrente Ambra (Bucine) | Ampa, Dimetomorf, Diuron, Glifosate,
Metalaxil-M |
Torrente Bagnolo (Montemurlo) | Ampa |
Torrente Brana (Pistoia) | Acido 2,4-Diclorofenossiacetico (2,4 D), Ampa,
Boscalid, Carbendazim, Chlorpyrifos, Dimetomorf, Diuron, Glifosate, Imidacloprid, Metalaxil-M, Oxadiazon, Oxyfluorfen, Penconazolo, Pendimetalin, Tebuconazolo, |
Torrente Brana Ponte di Berlicche(Agliana) | AMPA, Benalaxil, Boscalid, Carbendazim,
Chlorpyrifos, Dimetoato, Diuron, Glifosate, Pendimetalin, Tebufenozide, Terbutilazina |
Torrente Canal Del Mare (Fosdinovo) | Carbendazim |
Torrente Drove Cinciano (Poggibonsi) | Fluopicolide, Glifosate, Metoxyfenozide |
Torrente Drove Tattera-Loc.Drove (Poggibonsi) | Chlorantraniliprole, Dimetomorf, Fluopicolide,
Glifosate, Imidacloprid, Metalaxil-M, |
Torrente Egola (San Miniato) | Chlorpyrifos, Fluopicolide, Lenacil, Metalaxil-M, Pendimetalin, Terbutilazina |
Torrente Ensa (Vicchio) | Ampa |
Torrente Follonica (Roccastrada) | Ampa, Glifosate |
Torrente Fossa (Roccastrada) | Glifosate |
Torrente Fossatone (Subbiano) | Pendimetalin |
Nome stazione (Comune) | Sostanze rinvenute |
Torrente Garfalo – Ponte Su Via Molino Del Garfalo (Palaia) | Ampa, Chlorantraniliprole, Tetraconazolo |
Torrente Levisone (Scarperia) | Ampa, Metolaclor-S |
Torrente Marina (Calenzano) | Ampa, Imidacloprid |
Torrente Maspino (Arezzo) | Dimetoato, Imidacloprid, Terbutilazina,
Tetraconazolo |
Torrente Massera – Ponte per Sassetta (Monteverdi Marittimo) | Ampa, Clortoluron, Dimetomorf, Fluopicolide, Iprovalicarb, Metalaxil-M Pirimetanil, Tetraconazolo |
Torrente Milia – Ponte ad Archi (Monterotondo Marittimo) | Ampa, Glifosate |
Torrente Nievole – Ponte Del Porto (Monsummano Terme) | Ampa, Glifosate, Metolaclor-S |
Torrente Ombrone – Pistoiese Selvascura (Pistoia) | Acetoclor, Ampa, Petoxamide |
Torrente Ombrone – Ponte Della Caserana (Quarrata) | Acido 2,4-Diclorofenossiacetico (2,4 D), Ampa,
Boscalid, Carbendazim, Chlorpyrifos, Dimetomorf, Diuron, Glifosate, Imidacloprid, Lenacil, Oxyfluorfen, Penconazolo, Pendimetalin, Tebuconazolo, Tebufenozide, |
Torrente Ombrone Poggio A Caiano (Carmignano) | Boscalid, Carbendazim, Chlorpyrifos, Diuron,
Glifosate, Imidacloprid, Metolaclor-S, Penconazolo, Pendimetalin, Tebuconazolo, |
Torrente Ombrone Ponte Ferruccia (Pistoia) | Azossistrobina, Boscalid, Carbendazim,
Chlorpyrifos, Dimetomorf, Glifosate, Penconazolo, Tebuconazolo, Thiamethoxam, |
Torrente Orme (Empoli) | Chlorantraniliprole, Chlorpyrifos, Dimetoato,
Dimetomorf, Oxadiazon, Spiroxamina, |
Torrente Osa – Ss. Statale 323 A Valle Ponte (Orbetello) | Fluopicolide, Metoxyfenozide |
Torrente Padonchia (Monterchi) | Ampa, Oxadiazon |
Torrente Pesa – Presa Sambuca (Tavarnelle Val di Pesa) | Boscalid, Dimetomorf, Fluopicolide,
Mepanipyrim, Metoxyfenozide, Tebuconazolo, Tebufenozide |
Torrente Pesciola (Castelfiorentino) | Clorsulfuron, Dimetomorf, Fluopicolide,
Metalaxil-M, Metoxyfenozide, Tebuconazolo |
Torrente Roglio – Molino Del Roglio (Palaia) | Ampa, Glifosate, Tetraconazolo |
Torrente Serpenna (Sovicille) | Ampa, Clortoluron, Diuron, Glifosate,
Imidacloprid |
Torrente Sovata (Gavorrano) | Ampa, Boscalid, Carbendazim, Ciprodinil,
Glifosate |
Torrente Staggia (Poggibonsi) | Boscalid, Dimetoato, Dimetomorf, Fluopicolide, Imidacloprid, Metoxyfenozide, Tebuconazolo |
Torrente Vincio di Brandeglio (Pistoia) | Ampa |
Torrente Vincio di Montagnana (Pistoia) | AMPA, Glifosate, Imidacloprid, Oxadiazon,
Oxyfluorfen, Penconazolo, Pendimetalin |
Tregli (Cavriglia) | Glifosate |
Versilia – Ponte Alla Sipe (Pietrasanta) | Chlorpyrifos, Diuron, Imidacloprid,
Propiconazolo, Terbutilazina |
Analisi regionale: il piano di tutela delle acqua della Provincia Autonoma di Trento
Il Piano di Tutela delle acque realizzato dall’Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente della provincia Autonoma di Trento del 2015 descrive la qualità dei corpi idrici e le misure necessarie da adottare per risanare i corpi idrici non buoni e mantenere lo stato di qualità di quelli buoni e elevati.
Ben 51 corpi idrici trentini pari a circa il 12% è risultato in uno stato di qualità sufficiente (35 CI, pari all’8%) e scarso (16 CI, pari al 4%). Di questi circa 20 corsi d’acqua in prossimità delle aree agricole intensive presentavano delle contaminazioni importanti da fitofarmaci.
Stato di qualità ecologica dei corpi idrici del Trentino (APPA Trento, Piano di Tutela delle Acque 2015).
Analisi regionale: Emilia Romagna
Rispetto alla media nazionale delle vendite per ettaro di Superficie Agricola Utilizzata (SAU), pari a 4,6 kg, nel 2014 l’Emilia-Romagna risulta nettamente al di sopra, con 7,6 kg/ettaro. Questo nonostante la massiccia diffusione dell’agricoltura integrata, che e qui ha trovato fin dagli ‘80 applicazioni su ampia scala, ma che evidentemente non genera risultati apprezzabili sul bilancio ambientale complessivo (Legambiente Emilia Romagna, 2017).
Si registra un calo nell’uso di sostanze attive rispetto ai 9-10 kg/ha dei primi anni 2000 con le superfici regionali coltivate a bio arrivate all’ 11,6% della superficie agricola regionale. Tuttavia nel 2015-2016 sono oltre 60 i diversi principi chimici rilevati nelle analisi. Si attesta attorno al quasi al 90% la percentuale di punti monitorati che evidenziano la presenza di pesticidi, mentre i singoli prelievi in cui si riscontrano sostanze fitosanitarie sono oltre il 50 % (tab. 1).
Si rilevano irregolarità e superamenti dei limiti in paraticolare per diverse stazioni nelle zone di Bologna, Parma, Piacenza, Ravenna e Ferrara, sia per sostanza singola che per la sommatoria delle concentrazioni. Il numero massimo di sostanze fitosanitarie rilevate simultaneamente nel 2016 in un singolo prelievo (di una data stazione in un dato momento) emerge nel basso ferrarese nel Po
di Primaro, nel Canal Bianco e nel Canale Burana Navigabile dove si riscontra la presenza simultanea di oltre 30 pesticidi.
Il rilevamento di principi attivi, sia nelle acque superficiali che profonde, evidenzia l’incapacità dei sistemi acqua/suolo di smaltire i pesticidi utilizzati. Il substrato pedologico ha perso la sua resilienza e rilascia i principi attivi negli acquiferi di superficie e profondi, tal quali o solo lievemente metabolizzati. Quasi il 50% dei terreni pianeggianti ha un basso o bassissimo tenore di sostanza organica inferiore al 2%. Secondo la FAO un terreno è a rischio di desertificazione quando il suo tenere di sostanza organica risulta inferiore alla soglia del 2% (FAO, 2009).
Particolarmente preoccupante è il dato che vede l’Imidacloprid, neonicotinoide la cui autorizzazione è stata limitata per gran parte degli utilizzi perché dannoso per le api, come il pesticida ritrovato nel maggior numero dei prelievi del 2016 (40%). Anche il neonicotinoide Tiametoxan, seppur presente con minor frequenza dell’imidacloprid ha raggiunto punte di altissime concentrazioni fino a 9,8 .tg/l (Cavo Sissa Abate, il 03/05/2016).
Analisi condotte da CONAPI in Emilia Romagna durante un progetto intrapreso a seguito della sospensione del programma di monitoraggio nazionale Beenet. Le analisi evidenziano concentrazioni di pesticidi elevati sui campioni di api con valori Imidacloprid fino a 0,77 mg/kg (Carpi), Acetamiprid (0,145 mg/kg a Castel San Pietro), Chlorpyriphos-ethyl (0,182 mg/kg a Dozza), Tetrahydrophthalimide (0,185 mg/kg a Castelguelfo).
Tab. 1. I pesticidi più frequenti nei punti di monitoraggio delle acque in Emilia Romagna (20142016). (dati da Legambiente Emilia Romagna, 2017).
Sostanze | Tipo | Presenze 2014 | Presenze 2015 | Presenze 2016 |
Imidacloprid | Insetticida | 42% | 37% | 40% |
Terbutilazina | Diserbante | 34% | 32% | 30% |
Metolaclor | Diserbante | 33% | 29% | 26% |
Terbutilazina Desetil | Metabolita | 33% | 28% | 27% |
Metalaxil | Fungicida | 21% | 20% | 21% |
Pirazone | Diserbante | 19% | 20% | 18% |
Boscalid | Fungicida | 16% | 15% | 18% |
Azoxistrobin | Fungicida | 14% | 17% | 14% |
Oxadiazon | Diserbante | 13% | 14% | 13% |
Clorantraniliprolo | Insetticida | 11% | 14% | 14% |
Diuron | Diserbante | 9% | 9% | 13% |
Bentazone | Diserbante | 9% | 11% | 13% |
Tiametoxam | Insetticida | 8% | 7% | 7% |
Propizamide | Diserbante | 7% | 7% | 6% |
Dimetoato | Insetticida | 7% | 7% | 7% |
Metossifenozide | Insetticida | 6% | 4% | 5% |
Lenacil | Diserbante | 5% | 6% | 4% |
% campioni con pesticidi | 60% | 53% | 56% |
Relativamente ai limiti imposti dalla Direttiva 2008/105/CE e dal D.M. 56/2009 sulla concentrazione media annua nelle singole stazioni di singoli pesticidi, si osservano superamenti in diverse stazioni per diverse molecole del limite medio annuo cautelativo di 0,1 .tg/l stabilito dal Decreto Ministeriale per i singoli pesticidi non annoverati nella specifica Tabella (tab. 2).
Tab. 2. Stazioni con superamento dei limiti ai sensi della Direttiva 2008/105/CE e del D.M. 56/2009 (dati da Legambiente Emilia Romagna, 2017).
Sostanza | Stazione | Bacino idrografico | Concentrazione
(μg/l) |
Fenexamide | Porto Novo chiusura bacino (BO) | Torrente Sillaro | 2,12 |
Ponte Coccolia (FC) | Fiume Ronco | 0,18 | |
Tiametoxan | Cavo Sissa Abate | Cavo Sissa – Abate | 1,42 |
Metamitron | Torrente Samoggia (BO) | Torrente Samoggia | 1,05 |
Portoverrara (FE) | Coll. S. Antonio – Fossa di Portomaggio | 0,12 | |
Metolaclor | Canale Emissario (MO) | Canale Emissario | 1,01 |
A Villanova(PC) | Torrente Arda | 0,60 | |
Bentazone | Ponte a valle Coccanile (FE) | Can. Cittadino Naviglio | 0,25 |
Ruina Ro ferrarese (FE) | Canal Bianco-primo tronco | 0,12 | |
Boscalid | Uso 3 (RN) | Fiume Uso | 0,23 |
P.te Madonna del Bosco – Alfonsine (RA) | Canale Destra Reno | 0,12 | |
Desetil Terbutilazina | Cavo Parmigliana Moglia (MO) | Cavo Parmigliana Moglia | 0,14 |
Diuron | P.te Ronco – Faenza (RA) | Ponte Ronco – Faenza | 0,11 |
Flufenacet | Cavo Parmigiana Moglia (MO) | Cavo Parmigiana Moglia | 0,15 |
Imidacloprid | Cavo Sissa Abate (PR) | Cavo Sissa Abate | 0,16 |
MCPA (acido 2,4 MetilCl) | Argenta Centrale di Saiarino (BO) | Canale Lorgana | 0,16 |
MCPP | Bezze Torrile (PR) | Canale Galasso | 0,51 |
Metalaxil | P.te Cento Metri – Ravenna (RA) | Fiume Lamone | 0,23 |
Portoverrara (FE) | Coll. S. Antonio – Fossa di Portomaggio | 0,32 | |
Pirazone | P.te Madonna del Bosco – Alfonsine (RA) | Canale Destra Reno | 0,12 |
Cavo Parmigliana Moglia (MO) | Cavo Parmigiana Moglia | 0,22 | |
Terbutilazina | Canale Emissario (MO) | Canale Emissario | 0,71 |
Secondo il DM 260/2010, che ha sostituito l’allegato 1 alla parte III del D.Lgs 152/06, per il calcolo degli SQA (Standard di Qualità Ambientale) vengono definiti valori “fuori legge” quelli in cui la media delle sommatorie supera gli 1,5 .tg/l. Nella tab. 3 si sono prese in considerazione le stazioni con valori > 1 .tg/l che indicano comunque una presenza eccessiva di tali sostanze almeno per gli organismi più sensibili.
Tab. 3. Stazioni con maggiori sommatorie medie annue (dati da Legambiente Emilia Romagna, 2017).
Provincia | Stazione | Bacino idrografico | Sommatorie medie annue per stazione (μg/l) |
RA | Canale Emissario | Canale Emissario | 2,47 (2016) |
BO | Porto Novo chiusura bacino | T. Sillaro | 2,30 (2016) |
MO | Cavo Parmigiana Moglia | Cavo Parmigiana Moglia | 2,04 (2015) |
PR | Cavo Sissa Abate Cavo | Sissa- Abate | 1,90 (2014) |
FE | Ponte Gaibanella S. Egidio | Po di Primario | 1,86 (2016) |
BO | Nv. P.te s.p. trasv. di pianura-Forcelli | Torrente Samoggia | 1,75 (2015) |
FE | A monte idr. Fosse – Comacchio | Can.Circondariale Gramigne-Fosse | 1,59 (2015) |
BO | Argenta centrale di Saiarino | Canale Lorgana | 1,51 (2015) |
Provincia | Stazione | Bacino idrografico | Sommatorie medie annue per stazione(μg/l) |
PC | A Villanova | T. Arda | 1,48 (2016) |
FE | Portoverrara | Coll. S. Antonino – Fossa di Portomaggiore | 1,43 (2015) |
RA | P.te Zanzi – Ravenna | Can. Destra Reno | 1,41 (2016) |
RA | P.te Madonna del Bosco – Alfonsine | Torrente Senio | 1,40 (2015) |
FE | Portoverrara | Coll.S.Antonino – Fossa di Portomaggio | 1,32 (2016) |
FE | Ruina – Ro Ferrarese | Canal Bianco Primo tronco | 1,25 (2016) |
FE | Codigoro (ponte Varano) | Po di Volano | 1,20 (2015) |
Bo | Chiavica Beccara Nuova | Sc. Riolo – Can. Botte | 1,20 |
RA | P.te Madonna del Bosco Alfonsine | Can. Destra Reno | 1,13 (2016) |
RN | P.te via Venezia – Riccione | R. Melo | 1,02 (2016) |
MO | Cavo | Cavo Lama | 1,02 (2015) |
I dati esposti mostrano una situazione di dati oggettivamente preoccupanti che impongono una rapida azione sia sul versante della riduzione dell’utilizzo agricolo e non agricolo dei pesticidi che per quanto riguarda il monitoraggio degli effetti reali di tali sostanze a livello ambientale e umano.
I pesticidi nel cibo
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