Pesticidi
INQUINAMENTO DA PESTICIDI IN ITALIA
Inquinamento da pesticidi in Italia
A cura di: Pietro Massimiliano Bianco
Di seguito il PDF completo della relazione.
Con la descrizione degli inquinanti rilevati in fiumi, acque di superficie ecc.
Clikka sul Link e scaricalo.
2017.12.-Contaminazione-pesticidi-Italia-finale “file in pdf completo da scaricare”.
Estratto del pdf.
Premessa
L’utilizzo di pesticidi, sostenuto dai media in maniera aggressiva, rappresenta una preoccupazione globale: si stima che a causa dell’avvelenamento acuto da pesticidi, almeno 200.000 persone perdano la vita ogni anno.
La stragrande maggioranza di questi decessi avviene nei paesi in via di sviluppo, dove le norme sanitarie, di sicurezza e ambientali sono meno incisive e applicate con minor rigore, ma nonostante ciò il tasso di impiego di questi prodotti è in forte aumento.
Gli antiparassitari, di contro, provocano una serie di danni enormi.
E’ ormai assodato in modo inequivocabile che l’esposizione a pesticidi comporta non solo gravi ed irreversibili alterazioni a carico dell’ambiente, dei suoli, degli ecosistemi e di svariate forme di vita, ma si correla anche a gravi conseguenze sulla salute umana.
Questi effetti, dapprima evidenziatisi per esposizioni professionali, riguardano oggi tutta la popolazione umana, stante l’utilizzo sempre più massiccio e diffuso di questi prodotti in ogni parte del pianeta ed la loro presenza costante in aria, acqua, suolo, cibo e nello stesso latte materno.
Queste conseguenze sono particolarmente gravi per esposizioni – anche a dosi minimali – che si verificano durante la vita embrio-fetale e la prima infanzia, comportando in special modo danni sullo sviluppo cerebrale e rischio di malattie non solo nell’infanzia, ma anche nelle fasi più tardive della vita.
I pesticidi hanno dimostrato di alterare l’omeostasi dell’organismo umano in quanto in grado di indurre molteplici e complesse disfunzioni a carico praticamente di tutti gli apparati, organi e sistemi, comportando quindi patologie di tipo endocrino, nervoso, immunitario, respiratorio, cardiovascolare, riproduttivo, renale. Vi è ormai evidenza di forte correlazione fra esposizione a pesticidi e patologie in costante aumento quali: cancro, malattie respiratorie, Parkinson, Alzheimer, sclerosi laterale amiotrofica (SLA), autismo, deficit di attenzione ed iperattività, diabete, infertilità, disordini riproduttivi, malformazioni fetali, disfunzioni metaboliche e tiroidee. La possibilità che tali disfunzioni si trasmettano anche alle generazioni future, attraverso alterazioni epigenetiche della linea germinale, non può che accrescere le nostre preoccupazioni, stimolandoci a ricercare e realizzare pratiche agronomiche in grado di soddisfare i bisogni alimentari delle popolazioni senza comprometterne in modo, forse irrimediabile, la salute.
Dal momento che sono soprattutto le esposizioni precoci, in particolare in utero, quelle più pericolose e alla luce di quanto emerso da alcuni studi che hanno dimostrato l’effetto protettivo della alimentazione biologica, riteniamo che la popolazione debba essere adeguatamente informata per scelte più consapevoli. E’ auspicabile inoltre che il biologico non rimanga un privilegio per pochi, ma un diritto per tutti, specie nelle fasi della vita più delicate quali gravidanza, allattamento ed infanzia.
Una recente metanalisi dell’Università di Berkeley (Ponisio et al., 2014) ha esaminato 115 ricerche scientifiche per confrontare agricoltura biologica e convenzionale, concludendo che, almeno per alcune colture, non vi sono prove per affermare che l’agricoltura convenzionale sia più efficiente e dia rese maggiori rispetto a quella biologica. Ha soprattutto affermato che: “aumentare la percentuale di agricoltura che utilizza metodi biologici e sostenibili non è una scelta, è una necessità. Non possiamo semplicemente continuare a produrre cibo senza prenderci cura del nostro suolo, dell’acqua e della biodiversità”.
1 Stockholm Convention. Status of ratification.
http://chm.pops.int/Countries/StatusofRatifications/tabid/252/Default.aspx .
Il problema delle conseguenze per la salute umana da esposizione “ cronica” a pesticidi , ovvero dell’esposizione a dosi piccole e prolungate nel tempo non riguarda solo la popolazione esposta per motivi lavorativi, ma tutta la popolazione generale, essendo queste molecole o i loro metaboliti, spesso ancor più tossici e persistenti, ormai stabilmente presenti sia nelle matrici ambientali ( aria, acqua, suolo) che nella catena alimentare e nei nostri stessi corpi, ritrovandosi nel latte materno, nel cordone ombelicale e nelle urine di donne gravide. Una mole crescente di evidenze scientifiche conferma come l’esposizione cronica a pesticidi possa comportare alterazioni di svariati organi e sistemi dell’organismo umano quali quello nervoso, endocrino, immunitario, riproduttivo, renale, cardiovascolare e respiratorio.
Vi è necessità di una “nuova agricoltura” (Polyxeni et al., 2016) in grado di preservare la qualità dei suoli, la salubrità del cibo e quindi della salute umana perché ormai, “aumentare la percentuale di agricoltura che utilizza metodi biologici e sostenibili non è una scelta, è una necessità. Non possiamo semplicemente continuare a produrre cibo senza prenderci cura del nostro suolo, dell’acqua e della biodiversità”2.
I costi umani, sociali ed economici correlati all’esposizione a pesticidi non sono più tollerabili ed affinchè non debba ulteriormente crescere l’elenco delle “Lezioni imparate in ritardo da pericoli conosciuti in anticipo” (EEA, 2013) si devono promuovere senza esitazioni attività produttive ed agricole che non prevedano l’uso della chimica di sintesi, quali i metodi di tipo biologico/biodinamico, in grado di rispettare e preservare non solo l’ambiente in cui viviamo, ma soprattutto la salute umana ed in special modo quella delle generazioni a venire.
2 Friends of the Earth Europe, 2016. Farming for the future: Agroecological Solutions to Feed the World https://www.foeeurope.org/sites/default/files/agriculture/2016/farming_for_the_future.pdf
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Sergio Cupidi